Milano, 21 luglio 2011 - Voci nere.. Meravigliose. Come Cassandra Wilson. O Erykah Badu. Entrambe sulla strada di andata e ritorno dalle roots nere, blues e jazz, all’hip hop. Passando per il nuovo soul. Cerebrali entrambe. Più radicale Cassandra, più liquida e trasversale, duttile e sensuale Erykah. La mia preferita, stasera all’Arena al Milano Jazzin’ festival. Il miglior live vocale del momento. Texana di South Dallas, Erica Abi Wright, classe 1971, figlia di un’attrice di teatro, impara presto a cantare e ballare su un palco. Dipinge, ascolta Stevie Wonder e Chaka Khan, impara presto il free-style al fianco del trombettista jazz Roy Hargroove.

Africanizza il suo nome. Si diploma in Performing and Visual Arts, poi si iscrive alla prestigiosa Grambling State University, per studiare teatro. Lo abbandona solo per la musica e debutta con lo strepitoso “Baduizm” (1997), critica entusiasta e 3 milioni di copie. Manifesto di un rigoroso new-soul, di una vocalità sofisticata, essenziale. Alla Billie Holiday. Singoli strepitosi come “On & On” e “Otherside of the Game”. Alluvioni di premi (quattro Grammy in carriera). Anche il suo primo “Live” vende due milioni di copie e nel 2000 esce “Mama’s Gun” con “Bag Lady” e “Didn’t Cha Know”. Sperimentale è “Worldwide Underground” (2003), con “Back In The Day”, poi Partecipa al progetto Timelless con “That Heat” al fianco di Will.i.am dei Black Eyed Peas.

Un silenzio lungo 5 anni viene rotto dal concept di “New Amerykah Part One (4th World War)” (2008) con “Honey” è il manifesto di una svolta, nei testi impegnati e nel suono. Nel 2008 canta anche a Umbria Jazz. Il secondo capitolo, “New Amerykah Part Two (Return of the Ankh)” viene pubblicato nel marzo 2010, con un passaggio brutale dalla produzione digitale ad atmsofere “molto analogiche”: acustico, campionato su suoni reali. Molto anni ’70 con il soul di “Widow Seat” (si spoglia nel video alla Dealey Plaza di Dallas, dove è stato ucciso John Kenendy).

Cultura urbana e roots, radici afroamericane, consapevolezza nell’uso della voce e nello sguardo politico e sociale sull’America di Obama, ma anche una sensualità soul che la avvicina a Marvin Gaye. Poi il jazz di voce, ritmi, flauto e il piano elettrico, una raffinata declinazione hip hop. Video girati da sceneggiatrice e regista. La accompagnano in tour RC Williams (tastiere), Stephen Bruner (basso), Dwayne Kerr (flauto), Michael Feingold (chitarre), Richard Escovido (percussioni), Tayron Lockett (batteria), Rashad Smith (DJ) e quattro coristi.