Mialno, 13 luglio 2011 - Il concordato preventivo per salvare il San Raffaele, che rischia un ‘buco’ da quasi un miliardo di euro, verrà depositato martedì prossimo presso il Tribunale fallimentare di Milano .E' quanto fanno sapere all’Ansa fonti vicine all’operazione, mentre all’orizzonte si intravede un aumento di capitale da 200-250 milioni di euro che dovrebbe essere in parte garantito dallo Ior.

Salvo ritardi, quindi, il piano - attestato dallo studio La Croce e messo a punto dai consulenti di Borghesi Colombo & Associati oltrechè dal professore Marco Arato dello studio Bonelli Erede Pappalardo - potrebbe arrivare in camera di consiglio giovedì 21 luglio. Se i magistrati accerteranno l’esistenza dei requisiti richiesti dalla legge e la regolarità della procedura allora si potrà dichiarare aperta la procedura di concordato.(

 

RELAZIONE SUI CONTI - Verrà inviata mercoledì al cda della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor la relazione della Deloitte sui conti effettivi dell’ospedale milanese oberato da 900 milioni di euro di cui oltre 530 già scaduti. Si tratta, secondo quanto si apprende, di un’analisi di 93 pagine da cui emergono le svalutazioni record del San Raffaele: 18-20 milioni di euro.  Il patrimonio del San Raffaele, post svalutazioni, è sceso cosi’ a 41,3 milioni. L’operazione-verità sul reale stato di salute della struttura sanitaria è stata chiesta formalmente dalla Fondazione Monte Tabor ma su richiesta del professionista Giovanni La Croce incaricato di attestare il piano per il concordato predisposto da un team di consulenti del San Raffaele tra cui gli avvocati dello studio Bonelli Erede Pappalardo e gli uomini di Borghesi, Colombo e Associati.

Un documento importante per il cda che venerdì15 luglio dovrà decidere se dare il via libera al concordato preventivo su cui le banche creditrici hanno già dato il loro assenso la scorsa settimana. I tempi sono stretti, in tribunale sono già arrivate diverse ingiunzioni di pagamento da parte di alcuni creditori e non si puo’ escludere che se i tempi si dilateranno troppo il San Raffaele possa incorrere in una istanza di fallimento.

Nel frattempo, continuerà il piano per la messa in sicurezza del San Raffaele: le banche, capitanate da Intesa Sanpaolo e Unicredit, si sono impegnate a partecipare al risanamento dell’ospedale con 150 milioni: 50 milioni praticamente subito attraverso un finanziamento-ponte e i restanti 100 dopo l’omologa del concordato che prevede il pagamento dei fornitori in cinque anni. Il resto dell’impegno finanziario dovrà arrivare dalla Santa Sede e dalla charity internazionale che entreranno in un secondo tempo, attraverso un aumento di capitale.