Milano, 28 giugno 2011 - Scola voleva e Scola sarà. Il Papa ha deciso che il Patriarca di Venezia è il nuovo arcivescovo di Milano. Dopo mesi di consultazioni, la nomina dovrebbe essere annunciata oggi a mezzogiorno in Vaticano, a Milano e a Venezia. Ma è da mesi che Ratzinger puntava su di lui come successore del cardinale Dionigi Tettamanzi. Una scelta che nasce da un’antica frequentazione con il Patriarca di Venezia, ma che ha incontrato, dentro e fuori la Curia romana, non poche resistenze. Scola, innanzitutto, è vicino a Comunione e liberazione, al punto che, quando era giovane, dovette lasciare la diocesi ambrosiana, dove il movimento fondato da don Luigi Giussani non godeva di molte simpatie, per essere ordinato sacerdote a Teramo, nel 1970, dal vescovo ciellino Abele Conigli. Il suo arrivo nella diocesi guidata in questi anni dai «progressisti» Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi, ora, ha suscitato qualche perplessità negli ambienti cattolici ambrosiani, tanto più che Cl è già molto forte nel mondo ecclesiale e politico della Lombardia.

 

Nel corso degli anni, però, Scola si è emancipato dall’identificazione con Cl, dimostrandosi capace, tanto a Grosseto quanto a Venezia, di essere il vescovo di tutti. Ratzinger, comunque, stima Cl e conosceva personalmente «don Gius», tanto che, con l’arrivo di Scola, si potrebbe aprire il suo processo di beatificazione. Il passaggio da Venezia a Milano - ed è stato il secondo motivo di perplessità - è un unicum nella storia della Chiesa cattolica. La diocesi lagunare ha espresso nel solo Novecento tre Papi (Pio X, Giovanni Paolo I e Giovanni XXIII) ed è quindi sembrato improbabile a più di un osservatore che Scola lasciasse il Patriarcato veneziano.
 

Infine, il porporato ha quasi settant’anni, un’età avanzata per la guida dell’arcidiocesi più grande d’Europa. Non è la prima volta, però, che Benedetto XVI affida a dei settantenni incarichi impegnativi, convinto del fatto che conti più la saggezza dell’età che l’energia giovanile. È soprattutto la stima personale, però, che spiega la scelta di Ratzinger. Benedetto XVI conosce Scola fin da quando fondarono assieme Communio, rivista teologica internazionale che dopo il Concilio vaticano II ha fatto da contrappunto alla testata Concilium. È possibile che la decisione di pubblicare oggi il nome di Scola sia legata all’intenzione di Benedetto XVI di inserire il suo nome nel novero dei presuli ai quali consegnerà già domani il pallio arcivescovile con la celebrazione dei santi Pietro e Paolo a San Pietro. Scola dovrebbe poi entrare in carica con l’avvio dell’anno pastorale, il prossimo otto settembre.