Milano, 15 giugno 2011 - Valerio va a scuola all’Itis Giorgi, classe IV meccanici. È stato promosso e avverte subito i suoi genitori. Niente di strano, direte voi. Senonché è l’unico a potere esultare in quella sezione. Su 24 studenti, lui è l’unico promosso. Quattordici ragazzi hanno invece ottenuto il «giudizio sospeso» (il vecchio «rimandato a settembre»). Nove sono stati i bocciati. Tradotto: Il 37,5 per cento dovrà ripetere l’anno.
Una classe difficile in una scuola periferica, la IV meccanici.

L’Itis Giorgi da un anno è affidato in reggenza. È un istituto con indirizzo meccanico, elettrotecnico ed elettronico. Più il liceo scientifico tecnologico. Indirizzi che con la riforma hanno cambiato nome. Non ancora per le classi già in corso. È una scuola che accoglie molti studenti dell’hinterland meridionale, vista la sua posizione in viale Liguria, non lontano dalla Milanofiori.
 

Una scuola con molti docenti giovani e precari. Eppure, una delle prime a mettere a tabellone gli scrutini di ogni classe. Dove si vede che la IV meccanici non è un caso isolato. Le quinte non smentiscono la media bassa: 5 ammessi su 9 in V meccanici, 14 su 18 in V elettrotecnici, 18 su 22 al liceo scientifico tecnologico, 7 su 9 a elettrotecnici e automazione. Per 1 studente su 4 niente maturità.
 

Nella II classe – comune a tutti gli indirizzi – appena 3 promossi su 24 e 10 bocciati. Nelle quarte e nelle terze i promossi si contano sulle dita di una mano. I ritiri sono stati molti. Gli studenti accorsi a vedere i risultati sono allibiti. Qualcuno fa l’indifferente. La preside, reggente da settembre, Annamaria Indinimeo, ammette: «Una situazione complicata».
 

E per quanto riguarda le quinte afferma che «c’è un abbassamento della tensione allo studio. I ragazzi si entusiasmano per le materie professionalizzanti mentre tralasciano l’area umanistica. Ma se non sono in grado di fare l’esame per tutte le materie non possiamo ammetterli».

La situazione, secondo Leonardo Donofrio, segretario del sindacato Iuniscuola, si è aggravata rispetto agli anni scorsi per due motivi. «Innanzitutto sono venuti a mancare molti docenti storici – osserva – sostituiti da precari che spesso danno giudizi affrettati. Invece ci vuole più attenzione per valutare questa tipologia di scuole». Il discorso dovrebbe riguardare anche gli altri istituti tecnici dove «c’è sempre stato il fenomeno di più bocciature che nei licei – riconosce Donofrio – ma si accentua se non c’è dirigente scolastico. Per un preside è più difficile gestire due scuole insieme».
 

Dei 9 prossimi istituti superiori a rischio reggenza da settembre ci saranno 2 licei e 7 istituti tecnici. L’anno scorso le 6 reggenze affidate erano tutte istituti tecnici. Ma non si voleva rivalutare l’istruzione professionalizzante?