Milano, 21 maggio 2011 - Non saranno abbattute, le Case Bianche di via Feltrinelli. Saranno bonificate dall’enorme quantità di amianto che, a ogni ora del giorno, si stacca a piccole fibre dalle lastre, si diffonde nell’aria e si respira. L’ultimo inquilino lasciò le White nel luglio del 2010. Da allora sono passati nove mesi e i lavori sono in corso: il cantiere è stato messo in sicurezza, è comparsa una grossa gru e all’interno gli operai, tutti stranieri, stanno togliendo a colpi di martello pneumatico i lastroni bianchi carichi di amianto.

Costerà, questo intervento atteso da oltre vent’anni, la bellezza di 15 milioni di euro, 8 stanziati dalla giunta di Letizia Moratti e 7 da Regione. A dicembre 2012, quando è prevista la fine dei lavori, le White saranno solo un ricordo, sostituite da due edifici ultramoderni per 152 famiglie.
 

Non è stato semplice arrivare a questo punto. Ultimati sia i trasferimenti sia gli sgomberi (e concordate con gli ex inquilini le nuove soluzioni abitative in via Nenni, in via dei Missaglia e in altri palazzi Aler), il Comune aveva provveduto a sigillare gli appartamenti. Chiaro lo scopo, evitare le occupazioni abusive. Poi il cantiere era stato blindato e i caseggiati svuotati. Dagli alloggi e dalle cantine era uscito di tutto: mobili, elettrodomestici arrugginiti, materassi, quintali di immondizia.

A questo punto sono iniziati i lavori, mentre i tecnici dell’Asl hanno svolto le analisi sulla presenza di amianto nell’aria. Gli ex residenti, del resto, hanno più volte lanciato l’allarme e ora stilano quello che somiglia a un bollettino di guerra: «Tra ammalati e morti di cancro, siamo arrivati a 47».
 

Sta per chiudersi una pagina dolorosa per questo quartiere periferico, dove le promesse non mantenute e le lungaggini burocratiche hanno generato nei cittadini un sentimento di rabbia. Nel 1998 l’ex sindaco Gabriele Albertini prese un impegno formale a risolvere una situazione che lo stesso definì «di notevole gravità». Ma non successe nulla. Quattro anni dopo, il vicesindaco Riccardo De Corato garantì che nel bilancio triennale era stato inserito «l’intervento di manutenzione straordinaria degli stabili».

Invece l’amministrazione, la seconda guidata da Albertini, terminò nel 2006 senza aver centrato l’obiettivo. Nel 2009 ci riprovò il sindaco Moratti, affidando l’incarico agli assessori Gianni Verga (Casa) e Bruno Simini (Lavori pubblici). Fu la volta buona. In giunta venne approvato lo stanziamento di 15 milioni. Con quel denaro si stanno bonificando i palazzi dall’amianto. Poi si procederà al rifacimento delle facciate con soluzioni tecniche mirate al miglioramento delle prestazioni energetiche, alla realizzazione di nuovi posti auto e cantine, alla sostituzione degli ascensori.

Verrà anche predisposto un impianto fotovoltaico, saranno sostituiti i serramenti e si procederà all’abbattimento delle barriere architettoniche. Infine, un’idea per far rivivere il quartiere: uno punto di ristoro e di ricreazione nel vicino parco, a pochi passi dai nuovi edifici.