Milano, 12 maggio 2011 - Una scatola. Fuori immagini e volti scelti dalla gente, dentro ognuno potrà creare il proprio percorso personale in una memoria tutt’altro che compatta. È l’idea che ha vinto il concorso per progettare la «Casa della memoria» che (nel 2014, da programma) sorgerà tra i grattacieli di Porta Nuova, all’Isola, nel parco che confina con via Confalonieri. E sarà la nuova casa dell’Isnmli, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, dei partigiani dell’Anpi, degli ex deportati dell’Aned, delle vittime del terrorismo dell’Aiviter e dell’Associazione familiari e vittime della strage di piazza Fontana, le associazioni che da anni lottano per averla.

Il progetto vincitore del concorso bandito dal Comune e Hines Italia, mente e braccio dell’operazione Porta Nuova, è dello studio genovese Baukuh. E parte dall’accettazione del dato che, quando si parla di terrorismo ma anche di Resistenza, «a Milano la memoria sia tutt’altro che cosa granitica e unanimemente condivisa», spiega l’architetto Pierpaolo Tamburelli. L’edificio è il risultato di un compromesso tra il personale che interpreta la storia e la scelta di «non rinunciare a un nocciolo di valori comuni».

All’esterno, coperto da mosaici in terracotta che riprodurranno immagini emblematiche e personaggi, «come in un polittico medievale». I soggetti saranno scelti «attraverso un percorso collettivo», prima da un comitato scientifico indicato da Comune e associazioni, poi con un passaggio tra i cittadini (le modalità restano da definire); uno staff di artisti penserà alla realizzazione formale. All’interno, invece, un tavolo interattivo per la consultazione dei materiali (il cui prototipo fu mostrato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita per i quarant’anni della bomba di piazza Fontana, nel 2009) consentirà ai visitatori di «tracciare percorsi individuali, che potranno proseguire ricevendo aggiornamenti sui temi di loro interesse».

Nelle parti comuni anche un auditorium, spazi espositivi e una scala circolare che permette uno sguardo sull’archivio (da bando non accessibile al pubblico) e porta alla sala consultazione interrazza, vetrata su una pergola con vista sulla città. La «Casa della memoria» è stata presentata l'11 maggio all’Urban Center, insieme agli altri cinque progetti (tutti firmati da architetti under 40, come il vincitore) rimasti in lizza dopo la dura selezione della giuria tecnica, che ha valutato ottanta proposte. «Erano tutti e sei di altissima qualità, abbiamo discusso a lungo», spiega César Pelli, giurato d’eccezione arrivato apposta da New York. L’archistar è anche parte della squadra di venti architetti, di otto nazionalità, reclutata da Hines Italia per Porta Nuova, «che ambisce a essere un’operazione culturale - precisa il presidente e ad Manfredi Catella -, un’occasione per la rinascita dell’architettura italiana». Intanto, con gli oneri di urbanizzazione pagherà la Casa della memoria.

 Il costo totale è di circa quattro milioni di euro, spiega l’assessore alla Casa Gianni Verga, e fissa le prossime tappe: «Tra fine anno e l’inizio del 2012 il progetto definitivo, l’obiettivo è inaugurarla dopo due anni o poco più». E dare così non solo una sede alle associazioni provvisoriamente ospitate in via San Marco ma «un punto di riferimento alla città, dove la memoria diventa futuro». «Che sia anche un monito alle nuove generazioni», aggiunge il sindaco Letizia Moratti. Le associazioni, però, non sono convinte del tutto. A parlare per primo è Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi, che vuol essere tranquillizzato sugli spazi effettivamente concessi alle attività dei cinque inquilini, «visto che siamo stati coinvolti solo fino a un certo punto». I rappresentanti delle associazioni accerchiano l’architetto Tamburelli per assicurarsi che tutti i problemi siano stati presi in considerazione. Ad esempio quello del mastodontico archivio dell’Isnmli, fondato da Ferruccio Parri, che custodisce per legge i documenti del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia. Una mole immane di materiale, oggi confinata in fondo all’ex Breda, al confine con Sesto San Giovanni, che merita una collocazione più centrale ma «non può certo stare ai piani alti, dato il peso».

 Dal palco tutti, compreso il sindaco, ringraziano l’ideatore della Casa della memoria, l’architetto Stefano Boeri. Che però resta fuori dalla porta, in protesta perché non gli è stato consentito un intervento, in quanto capolista del Pd alle comunali. «Rispetto ogni opinione - commenta Catella -. Io la vedo in maniera più semplice. La giuria presieduta da Boeri ha fatto un lavoro straordinario, a fronte del quale parlare in pubblico è marginale, e in questo momento avrebbe acquistato un valore politico. A mio avviso il campo tecnico e quello politico andrebbero sempre tenuti separati».