Milano, 2 aprile 2011 - Un centinaio di militanti leghisti, con in testa gli europarlamentari lumbard Matteo Salvini e Mario Borghezio, hanno protestato davanti al consolato tunisino di Milano per chiedere, il blocco degli arrivi dei barconi dalle coste tunisine. I manifestanti hanno srotolato davanti ai cancelli lo striscione con la scritta "Clandestini fora di bal"’. Salvini ha chiesto che i tunisini che stanno arrivando in Italia vengano "identificati e rispediti a casa in accordo con la Tunisia". Un’operazione da fare "con le buone, come farà lunedì Maroni altrimenti lo faremo in altri modi". Fiducia massima nella missione di dopodomani del ministro dell’Interno è stata espressa anche da Borghezio che ha definito il titolare del Viminale come "un grande ministro con i c...".

 

BLITZ FORZA NUOVA - A sorpresa, un gruppo di una decina di militanti di Forza Nuova si è presentato al raduno dei sostenitori della Lega Nord sotto il consolato tunisino. Il gruppo ha esploso un petardo e srotolato lo striscione con la scritta “Grazie Lega”. I militanti della destra radicale hanno lanciato volantini urlando “il ministro dell’Interno è vostro”.  “20mila immigrati in giro per l’Italia - si legge sul volantino - grazie Lega, perchè la polizia sta a guardare? Il ministro dell’Interno non è leghista? E allora perchè Bossi urla?”. Subito dopo, il gruppo si è allontanato lasciando qualche fumogeno acceso sul marciapiede. Tra loro, anche il candidato sindaco, Marco Mantovani. 

 

RICCARDO DE CORATO - Il vicesindaco e assessore alla sicurezza, in merito alla manifestazione della Lega davanti al consolato tunisino, ha detto: "Più che presidiare il consolato tunisino servirebbe presidiare meglio le tendopoli e i centri di accoglienza al Sud che si stanno dimostrando dei colabrodo. E che rischiano di portare a zonzo per Milano migliaia di clandestini, con treni , bus o altro, visto che solo da Manduria sarebbero fuggite già 700 persone attraverso varchi nelle recinzioni". E ha proseguito: "Mi chiedo come si possa pensare di arginare i flussi senza controllare attentamente e adeguatamente le strutture mobili, dove basta alzare una rete per svignarsela. Serve una presenza costante e un monitoraggio continuo di polizia, carabinieri e militari. Altrimenti Milano, che ospita già il 10% degli irregolari di tutta Italia, si ritroverà ad affrontare il turismo dei clandestini. E che i tunisini fermati alla Stazione Centrale ieri siano subito stati smistati nei Cie del Sud è un bene. Ma le rassicurazioni di Boni non invitano a euforie. Perché la capienza dei 13 attuali Centri di identificazione ed espulsione presenti in tutta Italia è di 1920 posti. Dunque la saturazione è dietro l’angolo. E rischia di riversarsi su Milano. Tempo fa avevo sollecitato il ministro Maroni a prevedere un Cie a Malpensa. E non si era ancora in emergenza”.

"Dal föra di ball - ha aggiunto De Corato - ora siamo passati ai permessi temporanei. Certo il fine giustifica i mezzi, ed è uno stratagemma per responsabilizzare la Francia, dove vorrebbero andare molti tunisini che invece vengono respinti a Ventimiglia. Ma chi garantisce che questi clandestini prenderanno la via d’Oltralpe e non cambino destinazione? Il rischio è che quel foglio, che permette un soggiorno a tempo determinato, sia l’anticamera per arrivare a ingrossare le fila dei 31 mila clandestini (50 mila secondo la Cgil) già presenti in città. Milano rischia di passare da tappa intermedia a destinazione finale. Senza dimenticare che tra i migranti c’è una buona parte dei 13.600 evasi dalle carceri tunisine".