Milano, 2 aprile 2011 - Il fumetto ha preso casa a Milano. Si chiama «Wow» ed è in viale Campania 12, organizzata su mille metri quadrati di un ex deposito dell’Atm, poi stabilimento della Motta. A gestire il museo del fumetto sarà la Fondazione dedicata al critico e autore Franco Fossati, che da anni si batte per avere un luogo dedicato alla nona arte in città: organizzerà mostre ed eventi, spaziando al cinema d’animazione e alla letteratura di genere. Al primo piano, mentre a pianterreno c’è un’esposizione permanente. E poi sala lettura e mediateca, perché, ha sottolineato il sindaco che ieri ha inaugurato lo spazio insieme all’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory e a un drappello di personaggi di Guerre stellari, «il fumetto è nato a Milano e la sua è una storia tutta milanese. Era giusto pensare a un luogo che le desse visibilità». «Uno spazio interiore - ha aggiunto l’assessore Finazzer - per continuare a coltivare la nostra immaginazione. Il museo è vicino a un parco e a una scuola, con cui interagirà coinvolgendo giovani e adulti».

Una lacuna colmata, nella capitale dell’editoria (2.642 imprese censite dalla Camera di commercio nel 2010, di cui 668 attive nella produzione editoriale, duecento più che a Roma) che è pure la capitale italiana del fumetto. Fin dalle origini e cioè da quel 27 dicembre del 1908 in cui uscì il primo numero del Corriere dei piccoli, considerato capostipite delle strisce all’italiana. Da allora, in città hanno lavorato 150 case editrici specializzate. E la prima mostra nel nuovo spazio, «Editori coraggiosi» (aperta fino all’8 maggio), passa in rassegna i «big», a partire dal numero uno del Corrierino, di cui, fino al 1995, furono pubblicate 4.466 edizioni. C’è Universo (ex Moderna), con L’Intrepido e poi Il Monello, Mondadori, la succursale della Disney con Topolino, e naturalmente la Sergio Bonelli, erede dell’Audace fondata da Gian Luigi, col Tex paterno e Dylan Dog; c’è Astorina, mamma di Diabolik; la Eureka di Max Bunker, al secolo Luciano Secchi, il papà di Alan Ford nonché primo “importatore” dell’Uomo ragno; Mck con Lupo Alberto. Una galleria che spazia dalle rotative agli studi d’animazione, perché Milano, per inciso, è anche la «Cartoonia» d’Italia.

Oggi sono una trentina, tra metropoli e provincia, le imprese che dichiarano «fumetto» nell’oggetto sociale; circa metà sono negozi specializzati nell’usato, le mecche dei collezionisti, meno di dieci gli editori. Il sito komix.it censisce 24 «case editrici di fumetti» in città, anche se, tra realtà di nicchia e generaliste, s’infila qualche importatore o venditore on line. A Milano il fumetto è una cultura, e infatti proliferano corsi per aspiranti matite, sulla scia della trentenne Scuola del fumetto di via Savona, la prima in Italia a preparare i disegnatori professionisti. Dal 1995 è anche casa editrice per sviluppare i progetti dei suoi allievi, ultimamente lavora molto con la Provincia: dopo aver sfornato un volume per i 150 anni dell’ente si sta cimentando con le eroine della storia patria, per un album commissionato da Palazzo Isimbardi in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. E poi ci sono i festival: di recente la diciottesima edizione di Cartoocomics, in tre giorni, ha trascinato alla vecchia Fiera trentatremila appassionati. Prossimo appuntamento il 28 e 29 maggio, col Festival del fumetto a Novegro. In ottobre, i 25 anni di Dylan Dog. Milanese pure lui.