Milano, 1 aprile 2011 - «Un consenso quasi bulgaro». È molto soddisfatto sull’esito dello «sciopero informatico» Roberto Carlo Rossi, presidente regionale lombardo dello Snami (il Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani), di fatto la confederazione che raggruppa la maggioranza dei medici convenzionati lombardi e il secondo a livello nazionale.
Che cosa è successo? Semplice. Lunedì 28 e martedì 29 marzo, quasi tutti i medici convenzionati lombardi (la percentuale di adesione supera l’80%), e come loro molti medici ospedalieri, non hanno trasmesso i dati di prescrizioni e certificati al Siss (Sistema Informativo Socio Sanitario), per protestare contro «le incredibili inefficienze del sistema», come sottolinea lo stesso Rossi.


Il motivo: il sistema informativo imposto dalla Regione ai medici è troppo ingombrante e quindi troppo lento, e costringe a enormi rallentamenti dell’attività, che si ripercuotono sull’assistenza ai pazienti. In coda e spesso piuttosto di cattivo umore.«È un momento che mi spingo a definire storico per il sindacalismo medico - dice Rossi - poiché abbiamo inaugurato un nuovo modo di fare sciopero: un modo etico, che, di fatto, non danneggia il cittadino e che colpisce invece al cuore il sistema, privandolo di quei dati di cui ormai non può fare a meno di alimentarsi».

Il presidente ammette che la categoria dei medici lombardi è a dir poco infuriata. «Non ne possiamo più di fare aspettare i pazienti fuori dallo studio perché il sistema si blocca. Come non ne possiamo più di essere costretti a cambiare computer ogni due anni (o meno) perché i programmi sono sempre più pesanti e richiedono, peraltro inutilmente, sempre più memoria. Mica ci siamo laureati in informatica. Vogliamo solo fare i medici ed essere al fianco dei cittadini nostri pazienti». La tesi è semplice. «Chiediamo solo che il sistema funzioni - dice Rossi - non siamo per principio contro le innovazioni, se facilitano la vita della gente. Ma qui, al contrario, ci troviamo a dover fare i conti con leggi che ci penalizzano economicamente e promettono addirittura il licenziamento, se non utilizziamo un sistema che non funziona per problemi tecnici che, peraltro, stiamo segnalando da diversi anni e ai quali nessuno vuole davvero porre rimedio».
Circa lo sciopero, Rossi annuncia che la prossima volta «l’iniziativa durerà per molti giorni o addirittura a oltranza. L’auspicio è che, in quel caso, anche gli altri sindacati ci seguano, come ora ci ha già seguito nei fatti la stragrande maggioranza dei medici convenzionati lombardi: in tempi tanto difficili per la medicina del territorio, l’unità di categoria sarebbe davvero auspicabile».


Proprio per affrontare il nodo, ieri pomeriggio si è tenuto un incontro in Regione, definito infruttuoso dallo Snami. «La solita riunione interlocutoria - dice il presidente - Siamo riusciti a ottenere soltanto la convocazione di un tavolo tecnico, che non si riuniva da quasi un anno, e che si riconvocherà con cadenze periodiche. Ma è un po’ poco».
Il presidente dello Snami non è ottimista sulla soluzione del problema: «Ormai hanno adottato questa tecnica, ci danno ragione. Ma poi non cambia mai niente. Loro sostengono che adesso il sistema va, tutto sommato. È vero che va meglio di prima, ma solo perché non c’è più la congestione che c’era sotto il periodo influenzale. le performance sono più accettabili, certo. ma non si riesce a capire perché, quando c’è qualcosa di sbagliato, per esempio un codice fiscale che non si trova nell’anagrafe, il sistema si blocca. Rimangono irrisolti molti problemi. Se nulla cambierà, al ritorno della stagione influenzale saranno dolori».