Milano, 25 marzo 2011 - Caso profughi, l’elenco dei siti subisce un altro rallentamento. Sarebbe dovuto arrivare ieri. Invece, dal ministero degli Interni, hanno fatto sapere di attendere ancora qualche giorno. Secondo l’assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, “è probabile che il ministro Roberto Maroni voglia prima completare la visita in Tunisia, per stringere un accordo che eviti all’Italia l’invasione di clandestini». Poi si potrà ragionare con numeri più certi, fermo restando che la Lombardia «è disponibile ad accogliere soltanto rifugiati politici».

Nel frattempo, si continua a ragionare sui luoghi idonei a ospitare gli stranieri in fuga. Confermata l’ipotesi delle caserme dismesse, «nonostante l’esercito – annota La Russa – non sia felicissimo della soluzione». A Milano, si ragione sulla struttura di viale Suzzani, mentre a Pavia sull’ex arsenale di via Riviera che vanta 300 posti, una mensa da 250 posti e docce per 200 persone. Anche nel Comasco, a Capiago Intimiano, si pensa all’ex caserma della Guardia di finanza, capace di ospitare fino a 150 profughi. Ma la pubblica amministrazione sta tentando almeno di abbassare la cifra ritenuta eccessiva per un paese di 2500 abitanti.

Problemi anche a Lonate Pozzolo, nel Varesotto. Contro l’ipotesi di utilizzare la ex caserma Campo della promessa il consigliere regionale Pdl, Renzo Azzi, ha presentato una mozione sulla «inadeguatezza dell’area militare». A Milano, in ogni caso, si continua a lavorare sul fronte degli alberghi e delle cascine, anche se entrambe le opzioni sono in ribasso: la prima per mancanza di disponibilità degli operatori privati, la seconda per le precarie condizioni delle strutture, le quali peraltro rappresentano un patrimonio storico della città. Alla fine si punterà in prevalenza sugli edifici religiosi: dalla Casa della carità all’opera San Francesco, passando dai salesiani e dalla Caritas. In provincia di Brescia, proprio la Caritas ha già attrezzato un percorso coinvolgendo le realtà diocesane. Hanno risposto in 93, mettendo a disposizione più di 2500 posti per i profughi. Ogni immigrato ha un costo, calcolato fra i 20 e i 40 euro. Chi lo sosterrà? Il governatore Roberto Formigoni, sulla questione, è stato chiaro: «Tutti le spese saranno a carico dello Stato».