Milano, 23 marzo 2011 - In Lombardia potrebbero arrivare in novemila. «Numero massimo», si affretta a dire Formigoni. «A oggi il numero è pari a zero». Ma si sa già dove saranno alloggiati: la caserma di viale Suzzani, il campo militare di Lonate Pozzolo, poi in alberghi e in strutture degli ordini religiosi. È il prefetto in persona, su mandato del Viminale, che si sta occupando della questione, vagliando uno per uno i luoghi da attrezzare per i profughi. Che l’emergenza ci sia, sembra ormai innegabile. Anche perché si parla di profughi libici che ancora devono arrivare, e non dei tanti tusini che già hanno invaso Lampedusa. Ieri l’incontro a Roma dei rappresentanti delle Regioni con il ministro dell’Interno Roberto Maroni. La stima del Governo su una possibile (o probabile) emergenza che potrebbe delineaarsi nel caso la guerra continui, è un arrivo di 50mila profughi che andrebbero ripartiti fra le regioni tenendo conto di quelle che sono già in difficoltà e quelle che «hanno già dato».

E proprio su questo «già dato» la Lega lombarda sta affilando le armi. Inizialmente il Governo voleva che le regioni aumentassero l’accise sulla benzina, poi si è arrivati a ottenere il rifinanziamento del fondo nazionale per la Protezione Civile che era stato tagliato dalla finanziaria. L’assessore lombardo alla Protezione Civile Romano La Russa, durante l’incontro, ha chiesto a Maroni conferma sul fatto che sia il Commissario Straordinario per l’emergenza ad assumersi tutte le obbligazioni del caso. Il ministro ha detto sì, precisando che si tratterà di commissario straordinario o di soggetti attuatori a livello locale, come i prefetti. Ma al lumbard Davide Boni, presidente del Consiglio Regionale, l’ok di La Russa non piace troppo. «Come aveva chiesto il presidente della Repubblica - dice — ci siamo dati disponibili, ma il numero deve essere trattabile, e poi lo status di profugo di queste persone deve essere valutato. Se arrivano novemila persone, bisognerà averle sotto controllo. Io non solo chiedo che si esamini la questione in Consiglio, ma come presidente nazionale dei Consigli regionali scrivo a tutti perché ci sia una presa di posizione responsabile».

D'accordo invece la Lega, con il governatore Formigoni, sul disappunto per il mancato aiuto dell’Ue. In particolare, il presidente della Regione, che ha sempre espresso il suo disaccordo con un’azione militare, chiede che «Francia e Inghilterra così zelanti nel condurre le operazioni militari si facciano carico prioritariamente di questa accoglienza umanitaria». Il ministro La Russa, che ha dato la sua disponibilità a Maroni, chiede però «un ulteriore segnale di attenzione, che il criterio distributivo degli immigrati non penalizzi ulteriormente la Lombardia che già ospita il 25 per cento degli stranieri residenti in Italia».