Milano, 20 marzo 2011 -  Passerà anche dalla lettura delle impronte digitali la lotta ai furbi che utilizzano il pass disabili - anche se disabili non sono - per posteggiare negli spazi riservati ai portatori di handicap o per accedere, senza nulla pagare, alla cerchia Ecopass, alle zone a traffico limitato o alle corsie preferenziali. Già a metà del 2010 il Comune decise di intensificare i controlli a carico dei titolari dei pass, presto però si passerà alla «fase due, all’uso delle moderne tecnologie. Due le contromisure allo studio di Palazzo Marino per discernere quali tra i 21 mila contrassegni per disabili attualmente rilasciati agli automobilisti abbiano ancora ragion d’essere (la validità media è di 5 anni) e da chi siano utilizzati. La prima è in sperimentazione e potrebbe entrare in vigore a fine anno. Per la seconda ci sarà da aspettare qualche mese in più per motivi di costi e di adeguamento alla tecnologia del caso. Nell’ordine, già da qualche mese la direzione Mobilità e Trasporti del Comune sta sperimentando un sistema di controllo dell’utilizzo del contrassegno simile al telepass.

 «Nel pass — spiega Filippo Salucci, direttore del settore attuazione Mobilità e Trasporti — sarà agganciato un microchip che contiene i dati sulla validità e sul titolare del contrassegno. Il lettore invierà un segnale alle telecamere poste ai varchi Ecopass e ai varchi delle zone a traffico limitato, alcune già dotate, proprio per la sperimentazione, dell’apposito lettore. In questo modo, unitamente alla lettura della targa, si potrà accertare l’utilizzo improprio del pass.

 

Le informazioni contenute nel microchip — prosegue Salucci — possono essere consultate anche da vigili e ausiliari della sosta tramite un lettore di facile utilizzo. Così dovremmo riuscire a contrastare anche il fenomeno della sosta nei posteggi riservati da parte di chi utilizza il pass di altri o lo falsifica». E su questo fronte il Comune è pronto ad andare oltre. «Stiamo valutando l’ipotesi di inserire nel contrassegno un lettore biometrico, vale a dire un lettore di impronte digitali — svela Salucci —. Questa tecnologia è più complessa e costosa della precedente. Il funzionamento è semplice: il titolare del pass, per attivarlo, ad ogni utilizzo, deve lasciare le impronte digitali sul lettore. Se a servirsi del contrassegno è una persona diversa dal titolare, il pass non si attiva, non emette alcun segnale alle telecamere poste ai varchi delle ztl né ai lettori in uso a vigili e ausiliari della sosta».