Milano, 9 marzo 2011 - Tra il dire - che il piano parcheggi dell’ex sindaco Gabriele Albertini sarà azzerato - e il fare - azzerarlo -, ci sono di mezzo le penali da pagare e lo spettro della Corte dei Conti. Due fattori che potrebbero azzerare - stavolta sì - le conseguenze dell’intesa raggiunta dal sindaco Letizia Moratti con la Lega Nord e ridurne la portata ad un accordo del tutto pre-elettorale, utile al primo cittadino per assicurarsi il sostegno del Carroccio alla corsa per la riconferma e utile al Carroccio per consolidarsi come partito dei comitati di residenti. Sulla carta sono 230 i progetti di silos interrati messi in conto dal piano Albertini, 53 i cantieri già chiusi dall’inizio del mandato Moratti, 12 quelli che l’attuale Giunta prevede siano chiusi entro la fine dell’anno e tre i silos per i quali partiranno i lavori entro i prossimi mesi (via Aporti, via Mosso, via Maffei). Un centinaio - secondo Matteo Salvini, capogruppo della Lega in Consiglio comunale - i silos che potrebbero cambiare localizzazione, essere ridimensionati o definitivamente accantonati in virtù dell’intesa appena raggiunta col sindaco perché l’iter e i lavori non sono ancora partiti. Ma l’operazione non si annuncia così facile. Ecco perché.

 

Innanzitutto proprio Salvini, come anche Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega - in attesa di ricevere l’elenco con le localizzazioni dei parcheggi in predicato di sorgere in città - fanno sapere che il confronto deve partire dai quattro silos di piazzale Lavater e piazza Buonarroti, largo Rio De Janeiro e via Ampere. Come noto, silos per i quali è già partito l’iter o il cantiere. In questi casi, le procedure per l’interruzione dell’opera non sono indolore. Se il parcheggio è in project financing (è il caso di Rio De Janeiro), il Comune può stoppare le operazioni senza pagare alcuna penale se dimostra che l’interesse pubblico dell’intervento è venuto meno. Ma dimostrare che l’interesse pubblico dell’opera è venuto meno non è semplice. Nel caso dei parcheggi assegnati tramite bando, lo stop dei lavori comporta penali.

E, come fanno notare proprio dagli assessorati di Palazzo Marino, la Corte dei Conti potrebbe richiedere delucidazioni sui motivi che hanno indotto il Comune a sborsare soldi pubblici in penali. Al di là delle conseguenze legali ed economiche dell’eventuale azzeramento, significativo pare - a proposito della sostanza dell’intesa - che proprio chi, come Salvini o Iezzi, abbia cavalcato la protesta contro il piano Albertini fatichi a indicare, progetti già avviati a parte, i silos a cui rinuncierebbe volentieri. Forse solo riserbo dettato da motivi di opportunità: la decisione in merito è rinviata al doppio vertice di sabato e lunedì a casa Moratti. Ma sempre da assessorati di Palazzo Marino fanno sapere che l’intesa va vista come «un’affermazione di principio», che è vano cercare ora i parcheggi stralciabili. Che la scelta sarà fatta solo dopo le elezioni, rinviata al prossimo mandato. Non sempre una garanzia, questa.