Milano, 10 febbraio 2011 - I comuni della Provincia bocciano il blocco domenicale del traffico. All’unanimità. «Non è questa la soluzione all’emergenza inquinamento». I sindaci dell’hinterland, convocati ieri a Palazzo Isimbardi dal presidente Guido Podestà, hanno scelto di non seguire Milano sulla strada del divieto di circolazione settimanale. E il capoluogo si adegua. «Faremo una deroga all’ordinanza - il commento del numero due di Palazzo Marino, Riccardo De Corato, presente all’incontro - e revocheremo lo stop». Sì, perché il resto del piano «Aria pulita» resta in vigore: fino a quando i livelli di Pm10 non scenderanno sotto il limite consentito dall’Unione Europea per tre giorni consecutivi (martedì la centralina di via Senato ha rilevato 89 microgrammi di polveri sottili su metro cubo di aria), resteranno le limitazioni nell’area Ecopass, che impediscono anche ai veicoli soggetti al pagamento del ticket l’ingresso all’interno della Cerchia dei Bastioni.

 

Non solo di stop al traffico, però, si è parlato ieri pomeriggio al tavolo di coordinamento provinciale. I sindaci dell’hinterland (erano presenti un’ottantina su 133) si sono confrontati sulle iniziative da mettere in campo per affrontare l’allarme smog. Dal dibattito, durato quasi tre ore, sono venute fuori due misure da varare subito: abbassamento dei limiti di velocità a 70 chilometri orari su tangenziali e strade provinciali a scorrimento veloce e riduzione delle temperature in tutti gli edifici pubblici al di sotto dei venti gradi (misura già contenuta nella fase due del piano «Aria pulita» del Comune).

Per quanto riguarda il primo provvedimento (domani Giunta straordinaria in Provincia per approvarlo in tempi rapidi), entrerà verosimilmente in azione la prossima settimana: da oggi, intanto, la Provincia inizierà a preparare la cartellonistica stradale per essere pronta a partire dopo il placet definitivo; l’ordinanza resterà in vigore finché l’emergenza non rientrerà, quindi almeno per tutto il resto della stagione invernale. Congelata, per ora, l’ipotesi di ricorrere al meccanismo delle targhe alterne, proposto dal Codacons: a convincere gli amministratori dell’hinterland della sostanziale inutilità della proposta, i dati portati in aula da De Corato: «Nel febbraio 2005 - ha riferito il vicesindaco citando i dati elaborati da Amat e Arpa - si ricorse a questa iniziativa ogni giovedì del mese: alla fine, i valori si ridussero appena del 2%». L’idea, comunque, non è stata accantonata in maniera definitiva: se ne riparlerà nelle prossime riunioni («Diventerà un tavolo permanente» ha precisato Podestà), durante le quali si potranno visionare gli effetti della misura sulla qualità dell’aria nella provincia di Brescia, che ha varato da poco le targhe alterne. Si è ragionato anche sull’ipotesi di introdurre un biglietto unico, o meglio una tariffa unica per i mezzi di trasporto pubblico, almeno per i comuni di prima fascia: in soldoni, i sindaci chiedono al Pirellone che il prezzo che un cittadino dell’hinterland paga per raggiungere il capoluogo venga equiparato a quello corrisposto dai residenti milanesi, in modo da disincentivare l’uso dell’automobile. «Se ne parla da tempo - ha chiosato l’assessore regionale all’Ambiente, Marcello Raimondi -. Ci stiamo lavorando seriamente per riuscire a realizzarlo nel più breve tempo possibile».