Milano, 4 febbraio 2011 - Quando Anna Wintour, il caschetto più cool di «Vogue Usa» e tirannica divinità fashion, aveva osato prospettare una riduzione dei giorni della settimana della moda milanese, aveva per un attimo fatto tremare l’intero sistema e fatto temere un terremoto tale da scombinare i delicati equilibri di un mondo che ha contribuito in gran parte a catapultare Milano tra le città più interessanti sul panorama internazionale. E la conferma, a proposito dell’appeal meneghino, è arrivata anche dal «New York Times».

Ma i tempi di crisi e foschi presagi sono passati, gli animi si sono tranquillizzati, ricaricati e già rinfuocati, a giudicare dall’appello del presidente della Camera della moda Mario Boselli rivolto alla Regione, una specie di richiamo all’ordine perché investa un po’ di più sulla moda. «Camera di Commercio e Comune sono stati gli unici a darci una mano - ha detto - zero aiuti dal Pirellone». Dal canto suo la squadra di Formigoni replica in serata e ricorda a Boselli tutti i progetti messi in campo. «Stupisce sentire Boselli affermare che oltre al Comune le altre istituzioni non stanno facendo nulla, perché la Regione sta lavorando in sinergia proprio con la Camera - dice Fabio Saldini - Ci sono in campo diversi progetti, sia di rilancio dell’immagine del settore, sia per ciò che riguarda la promozione del tessuto imprenditoriale locale e del suo sistema produttivo». Per ora sembra finita con un battibecco. Ma d’altra parte, nessun evento che sia tale, inzia mai senza una polemica, anche piccola. In realtà, mai come questa volta moda, stile, cultura e forze in campo si sono fusi per non lasciare un solo spazio libero nell’intera settimana della «Milano Loves fashion», arrivata alla terza edizione con un format collaudato e applaudito.

La moda è un mondo sfacettato fatto di cultura, stile e fotoromanzi, (quelli di Chiara Boni) e ancora performance, installazioni e musica. Un nodo di emozioni che dal 23 febbraio al 1 marzo travolge e conquista Milano. Un red carpet lega le sfilate degli stilisti agli eventi collaterali, con la colonna sonora dei Duran Duran, la band icona pop nel panorama internazionale che più di ogni altra ha fatto dialogare moda, costume e musica.
 

Duran Duran a parte, senza voler mancare di rispetto a un gruppo mitico che si esibirà il 25 al teatro Dal Verme, quest’anno la moda avrà un sapore underground e punterà soprattutto sui nuovi e giovanissimi stilisti che hanno talento da vendere, ma vendono ancora poco. Milano talent scout, quindi. Gli emergenti sfileranno in metro, sulla linea gialla nel tratto che dalla stazione centrale arriva a Montenapo. «Il Meneghino - ha spiegato l’assessore Giovanni Terzi - è un treno senza scompartimenti, è la prima sfilata al mondo - aggiunge - che avrà questa singolare location». Stile e design anche alla Fashion house, concept architettonico di Michele De Lucchi, un anfiteatro nel cuore dell’Ottagono che ospiterà installazioni artistiche e performance. Alla sala Alessi di palazzo Marino una mostra omaggio a Pino Grasso e a tutti i grandi maestri di stile che hanno contribuito a rendere il Made in Italy un’eccellenza.

E poi ancora arte. Con vista sull’Arengario la sala Duomo, una tensostruttura trasparente ospiterà i grandi nomi della moda e si aggiunge agli spazi storici centrali già collaudati e aperti a tutti, come vuole un concetto molto democratico e meno d’élite della moda. «L’amministrazione - ha spiegato il sindaco Letizia Moratti - ha avviato con il mondo della moda un dialogo. Milano Loves Fashion è un’idea accolta con entusiasmo dagli operatori. Abbiamo aperto la moda alla città e la città alla moda spostando le sfilate in centro.

È un'impostazione innovativa, la moda partecipata,la moda vissuta come un orgoglio di tutta la nostra città». Le sfilate del calendario saranno 74 e la sede della manifestazione sarà il palazzo Giurieconsulti, dove si colloca il Fashion Hub.