Milano, 11 gennaio 2011 - «La protesta è confermata». Tre ore di trattative al Piermarini non sono bastate per scongiurare lo sciopero indetto dalla Cgil sulla seconda prestazione di domenica 16 gennaio: resta a forte rischio di forfait la prima di «Cavalleria Rusticana» e «Pagliacci», così come il debutto scaligero del regista napoletano Mario Martone, che ne ha curato gli allestimenti.
Se ne riparlerà domani: in mattinata, alle 11, è in programma un nuovo vertice tra il sovrintendente Stéphane Lissner e una delegazione della Cgil. Ieri pomeriggio, invece, c’erano anche i rappresentanti di Uil, Cisl e Fials, che non aderiscono all’agitazione: nella prima parte dell’incontro, i delegati hanno discusso con la direzione del personale dell’inquadramento contrattuale dei cosiddetti «serali», cioè parrucchieri, sarti, truccatori e altre professionalità che assistono attori e ballerini durante le rappresentazioni. Molti di loro, «una quarantina su un totale di cinquantaquattro elementi», hanno già ottenuto dal Tribunale del lavoro il diritto a essere assunti a tempo indeterminato; tuttavia, sostengono i sindacati (uniti su questo punto), «il teatro non vuole contrattualizzarli come part-time fissi ma come dipendenti a chiamata». La linea comune è scontata: «Andremo avanti con le cause». Sul tavolo, tante altre questioni ancora da definire: dalla sicurezza (con la diminuzione da sedici a dodici del numero di vigili del fuoco presenti in sala durante gli spettacoli) all’esternalizzazione della consegna dei libretti.
Le preoccupazioni maggiori, però, riguardano l’integrativo aziendale: «Se la Scala chiuderà in passivo il 2010 - fa sapere Domenico Dentoni, delegato Uilcom - non potrà pagare». In realtà, quei soldi sono già stati accantonati, ma la legge non consente agli enti lirico-sinfonici in rosso di corrisponderli ai propri lavoratori. Quindi, diventa fondamentale il reintegro di quei cinque milioni di Fondo unico per lo spettacolo tagliati a luglio (contributo ridotto da 37 a 32 milioni): nella parte conclusiva del vertice, la Cgil ha preteso rassicurazioni sull’argomento dal sovrintendente in persona, che ha garantito una risposta definitiva dal Ministero entro la mezzanotte del 31 gennaio.
«Non possiamo fare altro che confermare lo sciopero - la conclusione di Giancarlo Albori, delegato Slc-Cgil -. È un momento nero, con relazioni sindacali ormai al minimo storico». Il sindacato sulle barricate ha inviato in serata una nuova richiesta di «incontro urgente» per tornare a parlare della mobilitazione del 16 gennaio; dai piani alti di via Filodrammatici, hanno risposto con la convocazione della delegazione Cgil per domani mattina alle 11. Probabilmente, al termine di quel vertice, si conoscerà la decisione definitiva. Bella responsabilità, quella della Cgil (che rappresenta circa il 50% dei lavoratori scaligeri), visto che le altre sigle non hanno aderito all’agitazione. «E non abbiamo alcuna intenzione di farlo - conferma Dentoni - perché siamo convinti che queste forme di protesta non aiutino a risolvere i problemi del teatro, come non sono servite quelle attuate in precedenza a ottenere un incremento del Fus». Dal canto suo, la Cgil continua a lasciare spiragli per la trattativa: «Come sempre, faremo tutto il possibile, fino all’ultimo, per evitare lo sciopero». E annuncia «di voler parlare anche con Daniel Harding (il direttore d’orchestra di «Cavalleria Rusticana» e «Pagliacci», ndr) per spiegargli le ragioni della mobilitazione». Non è un mistero, infatti, che sia grande attesa per la prima dei due atti unici più celebri del teatro italiano, affidati alla regia del debuttante Mario Martone: si va verso il tutto esaurito, con le telecamere di Rai5 pronte a riprendere l’evento, dopo il successo di audience (168 mila spettatori) ottenuto il 7 dicembre.
Insomma, al netto delle rivendicazioni dei lavoratori, uno sciopero non farebbe che danneggiare sia le casse che l’immagine del Piermarini. «È impossibile continuare così - contrattacca Albori -. Bisogna aprire un confronto serio e ridiscutere tutto. Il sovrintendente ci ha chiesto di attendere le decisioni del Cda: non possiamo aspettare fino a febbraio». La replica di via Filodrammatici è stringata: «Non dipende da noi: restiamo appesi alle loro decisioni». Qualcosa di più si saprà domani, anche se i delegati Cgil non sembrano ottimisti sulla conclusione positiva della querelle: «Ci sono pochi margini di trattativa». I melomani incrocino le dita.
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