Milano, 28 dicembre 2010 - Una gimcana. È quella che Claudio percorre ogni mattina per andare all’università. «Salto tre buche tra Sempione e via Pagano». A Roberto, invece, ne è capitata una peggiore, in via Cima, zona Ortica: «Ho piegato un cerchio, era notte e non ho visto un fosso». Vacanze di Natale da dimenticare per Piercarlo, che un mese fa ha distrutto la ruota posteriore e il semiasse, finendo in una voragine a due passi dalla stazione di porta Genova. 1.300 euro di danni, e addio settimana bianca. «Grazie Comune di Milano».

I tartassati della strada si ribellano. E scelgono a decine il nostro sito web (sezione dedicata all’indirizzo www.ilgiorno.it/milano) per segnalare interi tratti di asfalto da rifare, incroci pericolosi e attraversamenti pedonali killer. Il maltempo non ha fatto che peggiorare un quadro già critico, anche se da Palazzo Marino fanno sapere che gli interventi per riparare le buche sono in calo del 20%; inoltre, l’assessore ai Lavori pubblici, Bruno Simini, ha promesso che tutte le 4mila vie della città saranno rimesse in sesto entro il 2015. Infine, il «Progetto Ambrogio», che punta a velocizzare il tempo di risposta degli uffici tecnici alle esigenze dei cittadini. Non la pensa così Andrea Zino, fondatore dell’associazione di centauri «Motocivismo»: «Non si capisce quale sia il beneficio per i milanesi - attacca -. Certo, la segnalazione arriva prima, ma poi non c’è un feedback: non si sa se il danno viene riparato e in quanto tempo».

Loro, i motociclisti con la macchina fotografica sempre in tasca, hanno dato vita a Netlamps, una sorta di mappa interattiva da installare anche sul navigatore: «Viene aggiornata di continuo e chi la usa può conoscere in anticipo i pericoli delle strade che percorrerà». L’ha adottato anche l’Automobil Club di Roma, «speriamo di avere presto un incontro con i responsabili di Milano». Intanto, i disagi si moltiplicano. «In piazzale Baiamonti - dice un internauta - ho visto un massello sollevarsi da terra di mezzo metro al passaggio di un’ambulanza: per fortuna, nessuno si è fatto male». E ancora, piazza Firenze, viale Argonne, via Lorenteggio. In Città Studi, basta fare un giro in via Celoria: «C’è una raffica di crateri difficile da evitare». Per non parlare di piazza Caiazzo: una buca profonda quaranta centimetri e larga un metro si è formata dopo Natale.

«Sono andato alla piscina Murat (via Gioacchino Murat 35, ndr) - racconta Danilo - e davanti all’ingresso di via Villani c’è un bel buco». Non basta. «Sulla circonvallazione, all’incrocio con via Taramelli, c’è l’asfalto in condizioni pessime: almeno tre centimetri buoni tolti per un’area di dieci metri per quattro». Il tour della mobilità da bollino rosso continua nel tunnel della Centrale, in viale Brianza: «Lì è un miracolo che non cada ogni volta che ci passo in moto». Una situazione insostenibile, secondo il Codacons, che ha presentato un esposto in Procura (identica iniziativa anche a Como), ipotizzando i reati di omissione di atti d’ufficio (art. 328 del codice penale) e attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432).

Un altro esposto arriverà anche sul tavolo della Corte dei Conti, chiamata a verificare se la qualità dell’asfalto «andato in briciole per un po’ di sale e di pioggia» corrisponda a quella prevista negli appalti, o comunque a quella preventivata «dagli amministratori locali». Poi, qualche consiglio utile per chiedere i danni all’ente proprietario della strada: «Restate sul posto e chiamate subito le forze dell’ordine, in modo che possano fotografare la buca prima che venga coperta da qualcuno». Quindi, «fate accertare le circostanze aggravanti: la buca era subito dopo una curva? Era piena d’acqua? Quanto era larga e profonda? Era notte?». Un vademecum buono anche per l’automobilista Silvia, che si è «rotta di regalare lo stipendio al meccanico».