Milano, 22 dicembre 2010 - Il procuratore aggiunto Armando Spataro ha aperto un fascicolo, per ora senza indagati né ipotesi di reato, sulla base della sentenza del Tribunale Civile di Milano che nei giorni scorsi ha assegnato alcune case popolari ai rom. Tutto con l' intesa del capo della Procura Edmondo Bruti Liberati. 

L’inchiesta per il momento non ha indagati né precise ipotesi di reato, ma fa riferimento a possibili condotte per discriminazione razziale. La Procura ha acquisito formalmente l’ordinanza in cui il giudice del tribunale civile Roberto Bichi faceva riferimento a discriminazioni etniche da parte del Comune di Milano che sarebbe venuto meno all’accordo stipulato dalla stessa giunta per assegnare le case ai rom.

 La Procura ha, inoltre, acquisito anche l’intervista del prefetto di Milano del 30 ottobre scorso in cui si faceva riferimento a ragioni di opportunità politica all’origine della decisione di non assegnare più le case ai rom.

In merito alle dichiarazioni del sindaco di Milano Letizia Moratti, che ha criticato la sentenza del tribunale civile, Spataro commenta: "Ovviamente alla magistratura non possono interessare le valutazioni politiche, le parole del sindaco Moratti non sono certamente nuove e in ogni caso vorrei ricordare che l'assegnazione delle case in questione alle 25 famiglie rom di via Triboniano fu frutto di una scelta dell'amministrazione comunale". Dunque, secondo Spataro, "non si riesce a comprendere di quale invasione di competenze si parla", riguardo alla decisione del tribunale civile. Infine, ha concluso Spataro, "che il mutamento di posizione del Comune sia avvenuto nei termini descritti nell'ordinanza è stato oggetto di una precisa intervista rilasciata dal prefetto di Milano il 30 ottobre e richiamata dal giudice civile Bichi". Il giudice nell'ordinanza aveva fatto riferimento a possibili ragioni di discriminazione razziale riguardo ai comportamenti omissivi del Comune e della Prefettura.

LEGALE FAMIGLIE TRIBONIANO MINACCIATO DI MORTE - Chi difende gli zingari è un uomo morto”. È la minaccia ricevuta oggi da uno dei legali che hanno assistito dieci rom nella causa civile sulla mancata assegnazione delle case popolari. È accaduto stamattina, quando un uomo ha chiamato l’avvocato Alberto Guariso e lo ha minacciato, per interrompere subito la comunicazione. Guariso ha sporto una denuncia contro ignoti presso gli uffici della polizia giudiziaria.