Milano, 1 dicembre 2010 - Anche con gli attuali sessanta negozi la stazione Centrale è uno sfavillante centro commerciale. E per un temporary shop che saluta (Brooks Brothers), Geox ha appena aperto sul fronte binari, accanto a una nuova vetrina di Swarovski (già presente nel mezzanino che porta al metrò) e a Sephora, profumeria à la page pronta per essere spacchettata, come il «Panino giusto» nella Galleria delle Carrozze. Aspettando il sushi della catena Wok, in stazione si possono già trovare gli addobbi per l’albero di Natale. E soddisfare ogni esigenza o capriccio.

Con due vetrine «take away» aperte quest’autunno nel mezzanino, i negozi di intimo sono diventati tre; c’è una grande profumeria e il supermercato con prezzi più umani rispetto al vecchio minimarket sui binari. Tra piano terra e interrato si può far shopping come in corso Buenos Aires, con quasi tutte le catene di moda low cost, dalle borse alle scarpe, dalle calze ai vestiti. I viaggiatori rallentano davanti agli enormi plasma del megastore pluriplanare Benetton. «Non vorrete più partire», profetizza Feltrinelli che, sul lato Ovest, ha appena inaugurato la più grande delle sue librerie, quattro piani più sala eventi.

Nella nuova Centrale ci sono edicole internazionali e tabaccherie con i gadget del «brand Milano», il negozio di telefonini e l’ottico (ben due), ma la vera rivoluzione è il cibo. Dimenticate gli anni tristi del cantiere, due bar striminziti a unica gestione, il cappuccino a un euro e 60. In realtà, al piano «ferro», il cappuccino costa ancora così, nel «Bar Centrale» dove un lampadario in cristallo non distrae dal riconoscere gli stessi panini di prima, e nell’altro sul fronte Ovest (prezzo maggiorato ai tavolini). Però adesso i salutisti scendono al biologico Vyta o vanno allo Juice, che a livello binari dispensa cocktail «antiossidanti» e «bruciagrassi» e frutta fresca a prezzo poco stracciato (una mela 1 euro e 50).

Ma dalla moltiplicazione dei bar (diversi a marchio Autogrill compreso il redivivo Bar Motta), guadagna anche il rapporto qualità/prezzo. Basta scendere le scale, sul fronte Est, per pagare il cappuccino 20 centesimi in meno, e la brioche sempre 1,10, ma questa è di pasticceria. Panzera, la stessa di piazza Duca d’Aosta, che in ottobre ha raddoppiato dentro la stazione. «Mio nonno arrivò nel ’31, l’anno dell’inaugurazione della Centrale - ricorda Lorenzo Panzera, quarta generazione -. Siamo abituati a fare gli orari dei viaggiatori».