Milano, 25 novembre 2010 - Gli studenti milanesi sono scesi di nuovo in piazza  questa mattina per protestare contro il ddl Gelmini, in esame oggi alla Camera.

In circa 400 sono partiti in corteo alle 9.30 da largo Cairoli con destinazione finale piazza Oberdan. La manifestazione è guidata da un cordone di studenti delle scuole superiori. Alla testa del corteo reggono lo striscione “Blocchiamo il ddl Gelmini, fermiamo tutto, dimettetevi tutti ora!”. Gli studenti, tra cui anche un gruppo ridotto di universitari dei collettivi, hanno percorso via Cusani, via dell’Orso, via Monte di Pietà, via Manzoni e piazza Cavour.

Improvvisamente, alcuni giovani si sono staccati dal corteo e si sono introdotti all’interno del palazzo governativo dell’Agenzia delle Entrate. L’occupazione simbolica degli uffici dell’Agenzia delle Entrate e sede degli uffici milanesi del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è durata pochi minuti. Gli studenti hanno abbandonato l’edificio lasciando lo striscione appeso al balcone. I ragazzi hanno anche lanciato uova e vernice azzurra contro la sede di via Manin e poi, contro l’ingresso della scuola Europa.

 

SCONTRI CON LE FORZE DELL'ORDINE - Al corteo, ripartito verso Porta Venezia, si è aggiunto un piccolo gruppo dei centri sociali. La manifestazione, giunta in piazza Oberdan, si è diretta verso la sede del Politecnico, in zona Piola. Gli studenti, due o trecento, hanno fatto irruzione in una ala dell'ateneo entrando da via Boiardo, e l’hanno attraversata velocemente e incitando gli universitari a unirsi a loro in corteo.  Il blitz dentro il Politecnico, avvenuto di fronte a docenti e studenti abbastanza perplessi, è stato improvvisato quando le forze dell’ordine si sono schierate per impedire loro di proseguire in via Boiardo verso la stazione di Lambrate. In quell’occasione ci sono stati momenti di tensione e la polizia, per contenerli, ha dovuto brevemente utilizzare la forza.

I manifestanti si sono nuovamente riuniti e hanno proseguito nella corsia centrale di via Gran Sasso, in direzione di piazzale Loreto. Lì, si sono registrati tafferugli con le forze dell'ordine: le cariche con l'uso di manganelli sono scattate sulla scala della stazione della metropolitana e lungo i binari del tram. Due giovani sono rimasti contusi. Gli studenti si sono seduti a terra all'incrocio bloccando il traffico, appunto all'incorcio tra viale Abruzzi e via Gran Sasso. I vigili hanno dovuto temporaneamente bloccare via Stradivari, dove la circolazione è ripresa verso le 14,30 mentre il corteo proseguiva in direzione di Piola sempre sotto scorta.

 

RICERCATORI  UNIVERSITA' - Non solo la protesta rumorosa tra le vie del centro, la protesta contro il ddl Gelmini passa anche dai tetti di Milano. I ricercatori saliti questo pomeriggio sul terrazzo della facoltà di Fisica, in via Celoria, hanno deciso di rimanere in cima anche questa notte. La decisione è arrivata dopo un lungo confronto sul terrazzo, tra conferme e smentite. In una quindicina tra ricercatori di Politecnico, Statale e Bicocca si sono dichiarati quindi intenzionati a proseguire l’occupazione della facoltà e qualcuno è già tornato a casa per recuperare tende e sacchi a pelo. Tra i manifestanti c’è anche qualche studente che questa mattina ha partecipato al corteo contro il ddl Gelmini. Nel corso della giornata sono saliti sul terrazzo anche due esponenti dell’estrema sinistra locale, Vittorio Agnoletto e Antonello Patta. Esposti anche alcuni striscioni.

Le prossime mobilitazioni verranno decise in un’assemblea tra i ricercatori nel tardo pomeriggio e in una seconda domani a mezzogiorno, quando gli occupanti sceglieranno se rimanere sul tetto o darsi appuntamento tra lunedì e martedì prossimo, quando alla Camera proseguirà la discussione del disegno di legge. I ricercatori si dichiarano intanto soddisfatti per una mobilitazione che coinvolge anche precari e studenti.

Una protesta, quella dei ricercatori, che trova la solidarietà della Flc-Cgil di Milano. "Il sottofinanziamento - ha sottolineato il sindacato - dell’università e della ricerca italiana e l’introduzione della figura del ricercatore a tempo determinato, prevista dal ddl Gelmini in sostituzione di quella del ricercatore a tempo indeterminato, messa ad esaurimento, chiudono la strada al futuro di tanti giovani studiosi italiani cui non resta che prendere la via dell’estero".

Ogni settimana, ha spiegato Cristina Tajani della segreteria Flc-Cgil Milano "allo sportello dedicato ai ricercatori in via Balzaretti riceviamo decine di giovani ricercatori, in prevalenza precari, che vedono diminuire la possibilità di rinnovo dei loro contratti in scadenza a causa della mancanza di fondi e del blocco del turnover. Si tratta di giovani altamente qualificati, per la cui formazione il Paese ha investito risorse, e che poi non sa come utilizzare. Uno spreco di talenti proprio nel momento in cui il Paese dovrebbe investire in formazione e ricerca per uscire dalla crisi economica".