Milano, 11 settembre 2010 - I funerali di Riccardo Sarfatti, l’esponente del Pd lombardo morto nella notte tra giovedì e venerdì in un indicidente sul lago di Como, saranno celebrati lunedì prossimo alle 14,45 nella Basilica di S.Ambrogio. Oggi e domani è stata allestita la camera ardente, dalle 8 alle 19, in via Amantea (Baggio) presso l’impresa San Siro. Questa sera alle 20 Riccardo Sarfatti sarà commemorato alla festa del Pd a Lampugnano.

 

Appassionato di politica, sino all’ultimo. Così dopo aver ascoltato Walter Veltroni, alla festa del Pd, giovedì sera, ha salutato gli amici, è salito in macchina, come aveva fatto esattamente nelle serate precedenti, per tornare a casa. Ma è andato incontro ad un appuntamento tragico con il destino.

Riccardo Sarfatti, conosciuto e apprezzato imprenditore, politico di spicco del Pd, è morto a 71 anni. La sua auto, dopo una sbandata, nei pressi di Tremezzo, in provincia di Como, è finita nel lago. Il mondo della politica lombarda è in lutto. Architetto, docente di Urbanistica del Politecnico di Milano, imprenditore (aveva fondato alla fine degli anni Settanta la storica azienda Luceplan), per anni lavora in Confindustria come presidente di Assoluce). Mente di spicco nel Partito democratico lombardo, aveva però scoperto il gusto vero del duello politico quando nel 2005 si trovò a sfidare Roberto Formigoni alla carica di governatore della Lombardia. Un bella partita, e lui da sfegatato interista qual era la giocò sino in fondo. Ne uscì sconfitto dal Celeste ma a testa alta, con un risultato (il 44 per cento dei voti) di grande soddisfazione per il partito, soprattutto in alcuni grandi quartieri popolari storici della metropoli. Seguì l’esperienza di capogruppo dell’opposizione in consiglio regionale mentre intanto cresceva il suo peso politico all’interno del Pd, grazie a diverse iniziative. L’ultima, con Milano riparte.

Sposato, padre di tre figli, nonno, Sarfatti aveva una famiglia importante alle spalle. Imparentato con Margherita Sarfatti, donna di grande cultura, autrice della biografia sul Duce. Negli anni Venti il suo salotto milanese era frequentato da molti artisti ed intellettuali. Riccardo Sarfatti non amava la politica gridata, ricorda Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano. E il suo contributo alla discussione, aggiunge Riccardo Cornelli, segretario Pd metropolitano, «è stato prezioso e importante, con lui perdiamo un pezzo del dibattito e un ponte prezioso tra la società civile e la politica».

 «Uomo di passione, di grande lealtà e di forte impegno civico, ci mancherà» aggiunge Luca Gaffuri, capogruppo regionale Pd. «Siamo stati avversari politici - interviene Formigoni - e abbiamo sempre nutrito un profondo rispetto reciproco, così come deve essere per portare un contributo ad una politica meno urlata e più attenta agli autentici valori». Anche per il presidente del consiglio regionale, Davide Boni «Sarfatti si è contraddistinto come presenza autorevole» di «stimolo e di innovazione per la società lombarda».