Milano, 21 agosto 2010 - I ciak hanno cominciato a scattare nella notte, oggi il centro è un set: quello de «Il commissario Nardone», una fiction in sei puntate che la Rai trasmetterà all’inizio del 2011, ispirata all’epopea del poliziotto che i milanesi considerano il loro Maigret. Undici ore (fino a stasera alle 23) per girare «alcune delle scene più importanti» tra piazza del Duomo e piazza della Scala, le stradine di Sant’Ambrogio (il set è in via Caminadella, tra la Cattolica e la circonvallazione interna), con escursioni al parco Sempione e in Galleria. Compreso un misterioso matrimonio che vedrà riuniti tutti i personaggi principali della serie.

 

È l'ultimo giorno di riprese in città, dove si gira da una settimana in luoghi simbolici come i Navigli, impossibili da riprodurre a Belgrado dove la produzione (la Dap di Guido De Angelis e figli, coproduttore Rai Televisione), in primavera, ha ricostruito la «Milano crepuscolare e nebbiosa, appena uscita dalla seconda guerra mondiale ma gonfia di speranze» (così recita la sinossi della miniserie) dove si muove il commissario Nardone televisivo.

E tra comparse, costumi e auto d’epoca (una in piazza della Scala, otto in piazza del Duomo, portici Nord) è servito un massiccio trucco e parrucco per far passare Milano per la città dei secondi anni Quaranta - dove si collocano le prime tre puntate della serie - e per quella ruggente degli anni Cinquanta - location delle altre tre - nella stessa giornata. La sceneggiatura a dodici mani (Gianni Cardillo, Marcello Olivieri, Silvia Napolitano, Andrea Purgatori, Vincenzo Scuccimarra, Stefano Voltaggio) interseca a personaggi romanzati i casi leggendari ma veri «curati» dal Maigret meneghino: la «belva di via San Gregorio» Rina Fort, le rapine di via Montenapoleone e via Osoppo, la banda Cavallero e la banda «Dovunque».

Il Nardone catodico è un azzimato Sergio Assisi, nel quale i patiti del genere non stenteranno a riconoscere i baffi altezzosi di Umberto, lo sciupafemmine di «Capri». E la sua non è la sola faccia nota: nel cast ci sono Stefano Dionisi e Franco Castellano; la proto-Vj di Mtv Giorgia Surina è Eliana, moglie pazientissima di Nardone; Margot Sikabonyi, la figlia del «Medico in famiglia», interpreta Linda, «una ragazza che vive in un mondo tutto suo». E gli affezionati di «Centovetrine» individueranno senza indugio gli zigomi alteri e gli occhi di ghiaccio di Anna Safroncik, l’ex perfida Anna Baldi, sotto i raffinati panni anni Cinquanta di Flò, affascinante informatrice di Nardone.

 

Per lei, le costumiste si sono ispirate al look di Liz Taylor, spiega l’attrice ucraino-toscana, rispondendo al telefono sotto i ferri della parrucchiera: «Il mio personaggio è una donna forte, moderna. Ha perso l’amore in guerra e ha deciso di realizzarsi da sola, scelta coraggiosa per l’epoca. Gestisce un locale alla moda, dove girano i ricchi e gli uomini della malavita, e sfrutta le sue conoscenze per aiutare il commissario». Seguono ringraziamenti allo staff costumi e trucco («Hanno fatto un lavoro meraviglioso»), alla produzione e al regista, Fabrizio Costa, un esperto di miniserie: ha firmato, tra le altre, «Sacco e Vanzetti» con Sergio Rubini, «La freccia nera» (il remake del 2006 con Scamarcio e Martina Stella), «Paolo VI» con Fabrizio Gifuni. «Giriamo di notte, fino all’alba - continua Safroncik -. La luce migliore per Milano. Così vuota, è bellissima. Ed è un miracolo averla come scenografia».