Milano, 6 luglio 2010 - Infrastrutture lombarde si distingue dal panorama generale delle partecipate. La società opera in vari settori, dalla sanità agli immobili, dalle grandi opere all’energia. Gestisce un portafoglio di progetti di circa 4,5 miliardi di euro, con prospettive di crescita in tempi brevi.

Eppure questo colosso è amministrato da un consiglio di gestione, nominato dai partiti, che costa poco più di 100mila euro l’anno: 94mila euro al presidente (il consigliere comunale Pdl, Giovanni Bozzetti) e 2500 euro agli altri membri: Benito Benedini, Claudio Ferrini e Giampietro Omati. A costare sono i manager: 280mila il direttore generale Antonio Rognoni e stipendi fra 160mila e 100mila per i cinque responsabili dei settori. I quali però rispondono sul campo del proprio lavoro. Mentre i nominati dalla politica rimangono lì finché il vento tira nella stessa direzione, gli altri possono cambiare, se non raggiungono gli obiettivi. Insomma, struttura pubblica ma metodi privati.

I risultati sono solo da leggere. Nel 2008 Infrastrutture Lombarde Spa ha concluso i lavori di ristrutturazione e restauro di Palazzo Bagatti Valsecchi, dell’autorimessa di via Fabio Filzi e del trentunesimo piano di Palazzo Pirelli. Tra dicembre 2009 e gennaio 2010 la società del Pirellone ha completato, oltre a Palazzo Lombardia (la nuova sede della Regione), gli ospedali di Como, Legnano e Vimercate. A ciò si aggiungano i nuovi padiglioni del Niguarda e del presidio di Busto Arsizio. Queste strutture sono state realizzate a tempo di record: tre anni, contro una media nazionale di circa sei. Infine, le grandi arterie viabili. E’ sempre Infrastrutture Lombarde (dopo aver creato assieme ad Anas la Concessioni Autostradali Lombarde Spa) il braccio operativo che sta costruendo due opere strategiche per la mobilità dell’intera Padania: Pedemontana e Bre.Be.Mi., i cui lavori saranno terminati nel 2015.

 

Unica nota dolente: né sul sito web della società né attraverso l’ufficio stampa si riesce ad avere accesso all’indennità dei compensi dei membri del consiglio di sorveglianza (presidente Raffaele Cattaneo, consiglieri Davide Boni, Romano La Russa e Riccardo Marchioro). E lo stesso discorso vale per le auto blu: nessuno è stato in grado di comunicarci se esistono, quante sono e quanto costano.