Milano, 1 luglio 2010 - Che la 'ndrangheta avesse messo radici in Lombardia lo si sapeva da tempo, ma forse non tutti sapevano che Milano era al centro del loro racket. Con la potenza del denaro e del terrore il "clan" Valle teneva in pugno centinaia di piccoli imprenditori, strozzati dalla crisi e dai debiti, e negli anni avevano messo in piedi un grosso giro di usura e racket nel campo degli immobili. Le armi usate dagli 'ndranghetisti erano anche quelle del denaro e delle amicizie influenti, tanto che tra i coinvolti nell'inchiesta ci sarebbe anche un noto assessore del Comune di Pero. E' stata così conclusa alle prime ore dell'alba di giovedì mattina una vasta operazione che ha coinvolto diverse questure d’Italia ed ha permesso di arrestare quindici persone ritenute vicine al clan calabrese dei De Stefano.

Il blitz ha portato al sequestro di beni, mobili e immobili per diversi milioni di euro. Secondo le accuse questi beni, spesso intestati a prestanome, erano il provento di attività di usura che l’organizzazione criminale ha svolto negli ultimi anni nei confroni di imprenditori in difficoltà. Le accuse a carico degli arrestati sono di associazione mafiosa, usura e intestazione fittizia di beni. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. Secondo l'autorità giudiziaria il clan Valle, oggetto della maxi operazione, "usurava sistematicamente imprenditori" che si trovavano in crisi.

L'operazione ha visto impegnati oltre 250 agenti ed ha portato a oltre 70 perquisizioni e sequestri di immobili, conti correnti e quote di società per un valore di circa 8 milioni di euro. Secondo le accuse questi beni, spesso intestati a prestanome, erano il provento dell'attività di usura che l'organizzazione criminale ha svolto negli ultimi anni.

Secondo le indagini il capo dell'organizzazione è Francesco Valle, 72 anni, che, insieme con i figli Angela, 46enne, e Fortunato, 47 anni, si occupava di "erogare i prestiti in denaro alle vittime di usura, di concordare i tassi di interesse, di riscuotere gli interessi usurari attraverso attività di intimidazione, estorsive e violente; di effettuare gli investimenti in attività immobiliari, bar, ristoranti e di individuare i prestanome a cui intestare fittiziamente gli esercizi commerciali e le quote societarie". La famiglia Valle è riconducibile al clan De Stefano, un gruppo criminale che ha fatto la storia della 'ndrangheta calabrese, attivo a Milano fin dagli anni Settanta. La guerra di mafia contro il gruppo Imerti negli anni '80 ha provocato centinaia di morti. Nella morsa della famiglia calabrese sarebbero cadute, secondo gli investigatori, decine di imprenditori e artigiani anche se al momento sono state cinque le vittime accertate di usura e 17 i casi di prestito abusivo di denaro. Il tasso di interessi con cui venivano prestati i soldi a imprenditori e negozianti in difficoltà economiche era del 20% e le somme prestate variavano dai 20 mila ai 250 mila euro.

Le basi e la tenuta di Cisliano - Se "La Masseria" è considerata un vero e proprio bunker dagli inquirenti, altrettanto vale per la dimora di Francesco Valle. Secondo le indagi era "predisposta come bunker, munita di sofisticate apparecchiature di sicurezza in modo da impedire l'accesso a terzi e di prevenire qualunque intrusione da parte delle forze di polizia". Nel bunker, Francesco Valle riceveva "i debitori", ossia una ventina di imprenditori e commercianti strozzati dall'usura e al suo interno questi ultimi venivano anche "intimiditi e picchiati". Sempre nel ristorante il boss "con i figli Fortunato e Angela"  decideva "le strategie imprenditoriali del sodalizio". Il patriarca Francesco Valle abitava a Bareggio in via Aosta, in una casa circondata da telecamere e protetta da rottweiler. La terza sede di importanza vitale per l’organizzazione è la "Cassaforte" in via Carlo Dolci a Milano. Un appartamento nel quale venivano portati i proventi di diverse attività illecite e sede di alcune società gestite dal clan. Numerose le città nelle quali sono stati sequestrati gli immobili: oltre a Milano, Bareggio e Cisliano, Rho, Settimo Milanese, Trezzano sul Naviglio, Como, Cesano Boscone, e altre ancora. Inoltre è stato nominato un custode giudiziario per un cantiere a Settimo Milanese con 38 unità abitative, "le famiglie saranno tutelate - ha sottolineato Boccassini - e i lavori andranno in porto con altri amministratori". 

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni - Il ministro Maroni, parla di "un’azione straordinaria" quella effettuata a Milano dalle forze dell’ordine contro la ’ndrangheta. "Oggi è una giornata importante - ha detto il ministro a margine della presentazione dei patti per la sicurezza delle aree del Lago Maggiore e di Lugano - perché si è effettuata stamani una azione straordinaria contro la ’ndrangheta. È la prima azione mirata contro le infiltrazioni attorno all’Expo. Sono stati arrestati 15 membri del clan Valle, sequestrati 100 immobili e 28 società per un valore di diversi milioni di euro. Questo è proprio il loro metodo cioè quello dell’usura, per poi prendere a poco intere attività e negozi infiltrandosi nel tessuto economico sano. Tutto è nato negli anni Settanta con il famigerato istituto del Soggiorno obbligato che la Lega per prima denunciò. Vedeva il rischio di infiltrazioni che poi ci sono state"