Milano, 10 marzo 2010- Fortemente ispirato alle linee architettoniche lombarde rivisitate in chiave attuale. È il progetto riqualificazione urbanistica dell’area Porta Volta di Jaques Herzog, uno tra i più autorevoli architetti al mondo, presentato oggi a Palazzo Marino. Il progetto Feltrinelli disegna una struttura edilizia composta di due corpi, che esaltano gli elementi urbanistici ed evidenziano l’antica Porta, grazie a due strutture gemelle.

 

Nella nuova sede della Fondazione Feltrinelli viene così riproposta la ricca tradizione lombarda degli edifici gemellari, ampliando le superfici verdi pubbliche create dalle antiche cinte murarie. «Un’altra luce che si accende sulla nostra città. Un progetto importante di grande qualità, sia dal punto di vista architettonico sia urbanistico, che valorizza una zona storica di Milano. Questa - ha spiegato il Sindaco Letizia Moratti - è l’area della prima espansione oltre le mura, l’area dei primi insediamenti industriali. È un grande segnale di fiducia della famiglia Feltrinelli alla nostra città». «Ringrazio Carlo Feltrinelli e l’architetto Herzog per aver realizzato un progetto in linea con il nuovo Piano di Governo del Territorio che assegna nuovi spazi alla cultura e al verde. Qui oggi abbiamo un primo esempio - ha concluso il Sindaco - di come sarà Milano in futuro».

 

L’area interessata è quella tra Viale Pasubio e Viale Crispi, di proprietà della famiglia Feltrinelli da fine ‘800, e quella tra Viale Montello e Porta Volta, di proprietà del Comune di Milano. «Dopo 30 anni - ha affermato l’assessore Carlo Masseroli - Milano decide di ridisegnare una città che cresce e si sviluppa senza consumare nuovo territorio, rigenerando aree degradate attraverso nuovi modelli di qualità costruttiva e sostenibilità ambientale».

«Un progetto ambizioso, accarezzato per diversi anni, che diviene oggi più concreto: vogliamo rendere più forte, più moderna e orientata al futuro una delle grandi istituzioni milanesi -ha dichiarato Carlo Feltrinelli, Presidente della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - In un Paese nel quale spesso la cultura e la ricerca sono considerate un bene residuale o al più accessorio, l’impegno per questa nuova avventura vuole dire continuare a credere, caparbiamente, in un’idea di bene pubblico per la conoscenza, di responsabilità civile, di servizio per la comunità nella quale viviamo e operiamo».