Milano, 17 febbraio 2010 - Sono già cominciati i controlli del gruppo di lavoro che scaverà nelle vite dei sette bimbi milanesi che si sono ammalati di leucemia linfoblastica acuta tra dicembre e gennaio. "Un evento eccezionale", ha ripetuto il responsabile dell’epidemiologia dell’Asl Luigi Bisanti. Che però impone alle autorità sanitarie di andare a fondo: dall’anamnesi familiare al cibo, all’acqua, agli ambienti, analizzando sia gli agenti correlati dalla scienza ai tumori infantili, come le radiazioni ionizzanti, sia quelli dei quali l’effetto è incerto, come i campi elettromagnetici.

 

A casa, e prima ancora a scuola: si è partiti proprio da lì, dalle elementari di via Corridoni frequentate da tre di quei bambini e dal fratellino di una bimba di due anni, pure ammalata. I quattro, in cura all’ospedale San Gerardo di Monza (un centro d’eccellenza per le leucemie infantili) stanno reagendo bene alla terapia, e i bimbi delle elementari, da casa, hanno ripreso via internet i contatti con i compagni. Gli altri tre casi riguardano bimbi che frequentano altre scuole e sono residenti in altri quartieri. Intanto, "le mamme si sono tranquillizzate", spiega Angelo Salvo, dirigente scolastico dell’istituto che include anche una materna e una media per un totale di 700 studenti.

 

Una scuola centralissima, a pochi passi dal tribunale, fresca di ristrutturazione dopo un intervento da 5 milioni e 200mila euro durato due anni durante i quali gli allievi sono stati ospitati in un’altra scuola. Salvo tiene il polso delle mamme: "Ho fatto monitorare le assenze, sono nella norma". E le iscrizioni per il prossimo anno, cominciate sabato, procedono: "Abbiamo già riempito due classi e mezzo su quattro". A contenere le ansie dei genitori è il massiccio lavoro d’informazione organizzato dalla scuola insieme a Asl, Regione e Comune, dal protocollo dei controlli pubblicato sul sito dell’Azienda sanitaria locale agli incontri con i medici del San Gerardo.

Il prossimo è in programma lunedì, per fare il punto sulle indagini che dovrebbero concludersi entro metà aprile. E intanto i genitori sono aggiornati da loro rappresentanti, scelti ad hoc, ma, ancor prima, da uno scambio convulso di e-mail che non si ferma da gennaio.

 

Sono mamme molto attive, quelle delle scuole Corridoni: dopo l’esposto presentato in Procura alla scoperta dei tre casi di leucemia si sono messe a studiare, hanno ingaggiato esperti per conto loro e sono andate in Consiglio di zona. Qualcuna si è pure messa a indagare per conto proprio alla ricerca di altri casi nel quartiere. Perché, se è quasi unanime l’apprezzamento per la risposta dell’istituto ("Siamo nelle migliori mani", dice una di loro, Eva Golia), è anche vero che nelle settimane le loro preoccupazioni si sono spostate dall’edificio scolastico all’intera zona. Spaventa il precedente della scuola Goldoni, che cade nella stessa fetta di città: una materna dove un anno fa, dopo tre casi di leucemia e la scoperta di campi elettromagnetici elevati, la stanza dei giochi fu ristrutturata. E alcuni genitori si sono uniti al movimento delle "mamme antismog". "Qui c’è un evidente problema di inquinamento atmosferico, ci sono tantissimi ripetitori — spiega Eva —. Il legame con l’inquinamento elettromagnetico, anche se non provato scientificamente, rimane una zona grigia. E questa non è mica l’influenza A, è leucemia".