I cortili dei palazzi privati aperti ai giochi dei piccoli. Via alla mappa dei più belli

Sono i bambini iscritti ai Centri estivi del Comune a sceglierli con prove sul campo scattando fotografie, intervistando i custodi e provando a giocare di Giambattista Anastasio

Mappa cortili condominiali privati a misura di bambino

Mappa cortili condominiali privati a misura di bambino

Milano, 31 luglio 2014 - Veri e propri sopralluoghi, non semplici visite guidate. Perché l’obiettivo è serio: giocare. A condurli, quei sopralluoghi, sono, e saranno, i 6.800 bambini iscritti ai centri estivi del Comune. In gruppi di dieci muovono dalle scuole che ospitano le attività estive alla volta dei cortili e dei giardini condominiali della città. Armati di macchina fotografica immortalano gli spazi delle corti private che più si prestano al gioco e gli alberi sotto il quale sostare e riprender fiato. Taccuino alla mano, intervistano i custodi. Infine il test sul campo: raccolta tutta la documentazione del caso, si inizia a giocare per davvero. È così che l’associazione «Arciragazzi» e il Comune cercano di di tradurre in esperienza di tutti giorni quanto già previsto e approvato nel nuovo regolamento edilizio: «Vietato vietare il gioco nei cortili dei palazzi». Le foto e le interviste saranno pubblicate sul numero di settembre della rivista scritta dai bambini e diffusa gratuitamente nelle scuole. Alcune istantanee saranno poi esposte ad ottobre al «Muba», il «Museo del bambino». Ad accompagnare gli alunni saranno anche gli studenti dell’Istituto Italiano di Fotografia. In questo caso per fotografie professionali sempre sul tema dei cortili e dei giardini condominiali. Ma c'è di più: l’idea è quella di redarre una vera e propria mappa dei cortili più belli della città. «Belli sì, ma dal punto di vista dei piccoli — precisa Nicola Iannacone, di Arciragazzi —: non quindi i cortili e i giardini condominiali più eleganti o preziosi ma quelli dove ci sono alberi sui quali arrampicarsi, spazio per correre, magari dei giochi o un’altalena. In poche parole: i giardini condominiali dove si gioca meglio e di più». E una prima mappa c’è già. Per trovarla basta andare sul sito internet dell’«Arciragazzi». Da Quarto Oggiaro al Lorenteggio, dalla periferia nord alla periferia sud della città, sono una ventina i cortili e i giardini condominiali già censiti. insieme ai giardini e ai parchi pubblici anch’essi scelti secondo lo stesso criterio: la presenza di spazi e attrezzature capaci di soddisfare al meglio la voglia di gioco dei più piccoli. «Fino a poco tempo fa in molti giardini i bambini non potevano giocare — prosegue Iannacone —. Oggi di fatto è invece vietato vietare il gioco a meno che un giardino condominiale presenti situazioni di pericolo che devono però essere documentate. Noi di Arciragazzi crediamo molto in questa iniziativa e per questo, insieme alla collaborazione dell’assessorato all’Educazione del Comune stiamo contribuendo a diffonderla e sostenerla attraverso il lavoro di documentazione e di ricerca dei bambini». Un’opera necessaria perché la svolta sia reale. Approvata già nel 2012, la delibera di Palazzo Marino, infatti, non ha fin qui avuto vita facile. Già a giugno dell’anno successivo non mancarono casi di condomini che decisero di non recepirla continuando, quindi, a esigere il rispetto del divieto al gioco. Piccola o grande che sia, la rivoluzione non è mai un pranzo di gala.

di Giambattista Anastasio

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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