Milan, Mihajlovic fissa gli obiettivi: "Coppa Italia e terzo posto"

Per Sinisa Mihajlovic vincere la Coppa Italia è un obiettivo alla pari del terzo posto

Sinisa Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic

Milano, 30 novembre 2015 - Il Milan si avvicina al debutto in Coppa Italia, l'unica a disposizione del Milan, un trofeo da puntare per trasformare la prima stagione di Sinisa Mihajlovic a Milanello in un successo. Lo spiega lo stesso allenatore: «Per me hanno la stessa importanza, vorrei vincere la Coppa Italia e arrivare in Champions League, non posso scegliere». Il tecnico serbo mette sullo stesso piano i due obiettivi. Domani i rossoneri affrontano il Crotone nel quarto turno. «Non siamo stati fortunati con il sorteggio, il Crotone è secondo in Serie B. Ma siamo in casa, siamo Milan e dobbiamo vincere - ha chiarito l'allenatore rossonero -. Sono quelle partite in cui se vinci guadagni poco, se perdi è una catastrofe. Devo essere bravo io e devono essere intelligenti i giocatori: non la vinciamo solo a parole. Visto che non giochiamo in Europa, in coppa Italia dobbiamo andare avanti il più possibile cercando di vincerla. Non sarà facile perché se passassimo questo turno poi affronteremmo la Sampdoria fuori casa».

Intanto Mihajlovic ha incassato da Berlusconi il plauso per la vittoria della squadra contro la Sampdoria. «Ho sentito ieri il presidente, ci ha fatto complimenti. Ha detto - spiega Mihajlovic - che non poteva venire perché andato a Venezia e aveva parlato per due o tre ore. Lo sentiamo vicino anche quando non è con noi, sta giocando una partita politica più importante della nostra e so che la vincerà». Sinisa Mihajlovic ribadisce di apprezzare il confronto con Silvio Berlusconi ma rivendica che alla fine scelte e responsabilità sono sue. «È uno che conosce di calcio - ha risposto l'allenatore del Milan a chi domandava se ritenesse severi i giudizi di Berlusconi -. Ci confrontiamo sempre, a volte abbiamo gli stessi punti di vista, a volte no. Non ho problemi a confrontarmi con nessuno e mi fa piacere confrontarmi con lui. Ma ognuno fa le sue cose e si prende le responsabilità. Io faccio l'allenatore, faccio le scelte e mi prendo le responsabilità. Il presidente capisce queste cose. Si guardano i risultati ma bisogna guardare anche il contorno. A me le pressioni piacciono, per questo ho lasciato la nazionale».

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