"Profughi, centrodestra in malafede". Sala parte all’attacco in Consiglio

Discorso di programma del sindaco. Salvini esce dall’aula in polemica

Giuseppe Sala sullo scranno del sindaco in Consiglio comunale

Giuseppe Sala sullo scranno del sindaco in Consiglio comunale

Milano, 12 luglio 2016 - Un duro affondo contro il centrodestra sull’emergenza profughi. Un «grande obiettivo», cioè «l’elaborazione di un piano organico per la generazione di lavoro». E l’apertura a una «forte collaborazione» con l’opposizione con la proposta di «ripensare» in senso anti-ostruzionistico alcuni aspetti del regolamento d’aula. Il sindaco Giuseppe Sala si presenta in Consiglio comunale per il suo discorso programmatico e affronta il tema caldo di questi giorni: l’arrivo di nuovi profughi in città. Il primo cittadino va all’attacco guardando gli scranni dei consiglieri di opposizione: «Sento illustri rappresentanti anche a livello nazionale del centrodestra continuare a gettare fumo negli occhi ai cittadini confondendo volutamente un campo attrezzato distante un paio di chilometri dall’area Expo (Sala si riferisce al cosiddetto Campo Base Expo, ndr). Tutto ciò è sintomo di malafede e, soprattutto, è sintomo di una politica che continua a voler sopravvivere a furia di comunicati stampa senza nemmeno aver capito di cosa si parla». Mentre Sala inizia il suo attacco, il leader e consigliere comunale della Lega Matteo Salvini esce polemicamente dall’aula: «Sala prende in giro i milanesi, la smetta di raccontare bugie». Mr. Expo, intanto, in aula spiega che «il 14% dei migranti che arrivano in Italia è destinato alla Lombardia. Se non si individuano spazi per l’accoglienza, questi rimangono in strada o nelle aiuole». E contro i «no» del centrodestra, Sala è netto: «Io sarò sempre al fianco del prefetto». Sul tema profughi, in aula, subito dopo Sala interviene l’ex candidato sindaco Stefano Parisi: «In campagna elettorale avevo proposto un piano condiviso per gestire l’emergenza. Sala non era d’accordo e ora ci troviamo in questa situazione».

Chiuso il caso profughi, torniamo agli altri temi del discorso programmatico di Sala. Una delle parole d’ordine del sindaco è «lavoro». Il suo obiettivo è «promuovere, d’intesa con sindacati, organizzazioni di categoria, Camera di Commercio, un piano organico per l’occupazione». In questo senso, secondo il sindaco, va anche l’operazione post Brexit: far trasferire da Londra a Milano i due organismi europei (l’Agenzia del farmaco e l’Authority bancaria) porterebbe un indotto al capoluogo lombardo. Un esempio? «I rappresentanti dei tavoli di lavoro passerebbero 40 mila notti negli hotel». Un esempio che non convince Parisi: «Il Comune pensi ad attirare le società private a Milano, così si fa il vero sviluppo. Sala avrebbe fatto meglio ad andare a Roma, invece che a Londra. Il governatore del Lazio Zingaretti ha appena detto che Roma aspira a quelle agenzie». Sala, infine, lancia una stoccatina ai grillini («Noi intendiamo proporre a Milano un antitodo all’antipolitica»), sottolinea che «la rigenerazione degli scali ferroviari è una formidabile occasione per ricucire parti della città», promette «un welfare adatto alle esigenze di tutti», dice di non sottovalutare il problema della sicurezza («Più uomini e più tecnologie, ma senza mai alimentare paure») e indica un altro obiettivo di mandato: «Un fisco più equo, a vantaggio dei redditi più bassi, grazie a un piano di riduzione della spesa».

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