Prof uccise a martellate due conigli. La Cassazione: giusto licenziarlo

Lezione-choc all’Istituto Molinari. Poi la denuncia della Lav di LUCA SALVI

I conigli furono uccisi dal professore nel laboratorio scolastico

I conigli furono uccisi dal professore nel laboratorio scolastico

Milano, 7 giugno 2016 - Era stato licenziato per avere ammazzato a martellate due conigli sotto lo sguardo allibito degli studenti. L’occasione: una lezione di biologia all’istituto tecnico Molinari. L’anno: il 2009-2010. Qualche settimana dopo, per C.R., prof milanese di anatomia classe ’52, era arrivato il provvedimento, preso allora dall’Ufficio scolastico territoriale (Ust) milanese al termine di un’ispezione che aveva riscontrato comportamenti molto gravi e non compatibili con la funzione educativa della scuola. Ieri la Cassazione ha confermato il licenziamento «per giustificato motivo».

La vicenda divenne di pubblico dominio in seguito a una denuncia presentata dalla Lav (Lega anti vivisezione), alla quale si erano aggiunte le proteste di altre associazioni animaliste e dello stesso Garante per la tutela degli animali del Comune. Ci furono anche interpellanze parlamentari. Secondo la denuncia, C.R., docente di ruolo all’istituto Molinari di via Crescenzago, aveva programmato una lezione di anatomia e si era presentato in classe con quattro conigli sui quali intendeva effettuare l’autopsia. Gli animali, ovviamente, avrebbero dovuto essere morti. Invece, all’apertura del contenitore, il professore si era accorto che due di loro erano ancora vivi. Così aveva deciso di procedere personalmente, risolvendo definitivamente il “problema’’ a martellate. Il tutto di fronte alla classe. Le famiglie erano venute a saperlo e una segnalazione dell’episodio era arrivato alla Lav. Poi il provvedimento. La sentenza della Suprema Corte, depositata ieri, ha respinto il ricorso di C.R. contro la decisione della Corte di Appello di Milano del 2013 che aveva dato il nulla osta al licenziamento del docente, per i suoi «gravi» e «anomali» comportamenti. All’insegnante, l’ex provveditorato aveva contestato «l’assunzione di iniziative didattiche altamente diseducative, oltre che in aperta violazione della normativa vigente, delle direttive del Ministero dell’Istruzione, delle norme in materia di sicurezza, delle vincolanti indicazioni del collegio dei docenti, in relazione al grave atto di crudeltà che risultava commesso su animali, alla presenza di minori e in assoluto spregio anche della sensibilità» degli stessi studenti. Il docente aveva detto di aver acquistato i conigli da un macellaio e anche questo gli è stato contestato in quanto «anomala procedura di acquisto di animali da laboratorio».

Tra le altre violazioni, ricordate dal verdetto, «le gravi negligenze nell’espletamento dell’attività didattica per avere introdotto nella scuola materiale di incerta provenienza ed effettuato prelievi di sangue agli studenti in condizioni igieniche inadeguate e» a «rischio» della «loro salute», e il «grave pregiudizio apportato al rapporto fiduciario scuola-famiglie», oltre al «pesante danno» per «l’istituto Molinari». Infine, si era autoridotto «l’espletamento del servizio con correlato danno in ordine alla preparazione degli studenti a lui affidati».

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