IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI I vergognosi retroscena della Maledetta guerra

Sappiamo tutto o quasi della Grande Guerra, ma poco o niente conosciamo dei retroscena che l’hanno provocata e alimentata determinando il massacro di oltre venti milioni di esseri umani

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 26 giugno 2015  - Sappiamo tutto o quasi della Grande Guerra, ma poco o niente conosciamo dei retroscena che l’hanno provocata e alimentata determinando il massacro di oltre venti milioni di esseri umani. La retorica ha avuto la meglio, ma a cento anni di distanza è venuto il momento di raccontare anche ciò che si riteneva non dovesse essere mai raccontato, a cominciare dall’equivoco attentato di Sarajevo nel quale vennero assassinati l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede di Francesco Giuseppe, e suo moglie Sofia. I colpi esplosi contro di loro dal giovane serbo Gavrilo Princip furono l’epilogo di un complotto i cui fili probabilmente vennero tessuti addirittura a Vienna, capitale di un Impero agonizzante verso il quale si rivoltò quasi tutta l’Europa, accampando le motivazioni più varie. Non c’era ragione, infatti, perché un evento pur assolutamente grave desse il destro alle potenze continentali, agli Stati minori, ai “piccoli popoli” ed ai rivoluzionari di ogni sorta per invocare una sorta di “guerra di liberazione” dal potere della Casa d’Austria. Fu quasi una sorta di “cupio dissolvi” a motivare un intervento bellico che si riteneva dovesse durare lo spazio di un mattino o poco più ed invece destabilizzò il Vecchio Continente ponendo le basi per un secondo ancor più drammatico conflitto mondiale esploso venti anni dopo. Lorenzo Del Boca, in un libro controcorrente ed informatissimo, dettagliato e ricco di riferimenti storici tenuti per troppo tempo sotto la polvere, mostra come ed in qual modo la “maledetta guerra” non fu quell’epopea che è stata e viene comunemente descritta, ma una storia di sordide menzogne, di errori politici, di misfatti economici che coinvolsero tutte le parti in campo. È pur vero che le guerre nascono sempre da pretesti più o meno giustificati o giustificabili, ma quell’immane conflitto ebbe motivazioni fin troppo risibili per non ritenere che stava davvero maturando in Europa una coscienza nuova nei popoli e nelle società che perfino le anime più elette, gli intellettuali più avveduti, i politici più prudenti condivisero al fine di conquistare la modernità che il residuale ancien régime, rappresentato dalla monarchia asburgica, tentava di comprimere. Del Boca questo aspetto lo tiene sullo sfondo, naturalmente, per concentrarsi sul “non detto”, vale a dire le piccole e grandi stragi perpetrate dal “fuoco amico” (soprattutto italiano), alcune morti eccellenti e misteriose come quella del capo di Stato maggiore Pollio, l’inanità degli alti ufficiali che si manifestò in più occasioni fino a culminare nella vergogna di Caporetto e perfino Vittorio Veneto, come ricorda l’autore citando Prezzolini, non fu una vittoria militare se non “per i professionisti dell’esercito”. Dietro a tutto ciò, da quel 28 giugno 1914, si dispiegò una vera e propria industria degli intrighi. Riassumerli è impossibile. Leggere il libro di Del Boca per conoscerli è un dovere, al di là degli eroismi ed i sacrifici di tanta povera gente. LORENZO DEL BOCA Maledetta guerra, Piemme

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