Autista picchiato sul bus per una carrozzina, lo choc: «Nessuno si è mosso per aiutarmi»

Tanta amarezza: "In 11 anni di lavoro mai successa una cosa simile. Quei due potrei ritrovarmeli alla fermata. E se li arrestassero, magari li rimetterebbero in libertà il giorno dopo" di Luca Salvi

L’ambulanza intervenuta dopo il pestaggio

L’ambulanza intervenuta dopo il pestaggio

Milano, 2 ottobre 2014 - «C’era tanta gente intorno a me, ma mentre mi picchiavano nessuno ha mosso un dito per aiutarmi. Mi sono trovato solo, nella più totale indifferenza». Malgrado stia superando lo choc, è ancora amareggiato Lorenzo, il giovane conducente che ieri è stato aggredito alla fermata della 92, tra viale Umbria e piazzale Lodi. «In undici anni di servizio, non mi era mai successa una cosa del genere – afferma – la reazione della gente, verso chi chiede gentilmente di rispettare una regola, sta peggiorando». Ora, però, vuole giustizia. Oggi stesso ha presentato denuncia ai carabinieri. Atm, la sua azienda, gli è stata vicino ed è pronta a sostenerlo.

Cosa ricorda dell’accaduto? «Avevo chiesto a un passeggero di chiudere il passeggino, come previsto dalle norme Atm. Ma ormai in Italia sembra che le regole non le voglia rispettare più nessuno».

Nel senso che si è rifiutato di acconsentire alla sua richiesta? «Esatto, anche perché dentro c’era il bambino e non voleva svegliarlo».

Ma se lei è stato così gentile, perché alla fine se la sono presa con lei? «Questo proprio non so dirlo. In effetti la persona con il passeggino ce l’aveva con un altro passeggero, non con me».

Quindi, alla fermata cos’è successo? «Il tizio con il passeggino è sceso, un’altra persona è salita, ha aperto la paratia e mi ha aggredito. Poi sono fuggiti, ma di più non voglio dire».

Nessuno l'ha aiutata? «Solo il collega della 92 dopo di me. Tutti gli altri intorno a me non si sono mossi e questo non è facile da accettare».

Ora quanto dovrà rimanere a casa? «Mi hanno dato una quindicina di giorni di prognosi. Cerco di guarire e poi mi rimetto al lavoro».

Con che spirito? «Lei che dice? Non so se quei due li hanno presi, potrei ritrovarmeli alla fermata. E se li arrestassero, magari li rimetterebbero in libertà il giorno dopo».

A Roma come a Milano i conducenti dei mezzi pubblici sono presi di mira. È peggiorata la situazione? «Sì. In 11 anni di lavoro, non mi era mai successo nulla del genere».

Presto potrebbe arrivare la pistola elettrica per la polizia locale. Potrebbe essere utile anche per i conducenti dei mezzi pubblici? «No, non siamo poliziotti. Il problema è che se non funziona la giustizia a livello generale, c’è poco da fare».

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