Blitz dei docenti abilitati contro il “concorsone”: dovevano assumerci subito

Assedio all’Ufficio scolastico: «Renzi ci ascolti»

La protesta dei docenti abilitati all'Ufficio scolastico regionale

La protesta dei docenti abilitati all'Ufficio scolastico regionale

Milano, 6 maggio - Assedio all’Ufficio scolastico regionale. Docenti precari abilitati sul piede di guerra perché costretti a partecipare al concorsone che sta vedendo la partecipazione anche dei non abilitati. Alla fine una delegazione viene ricevuta dal vicedirettore scolastico regionale al quale consegnano una lettera per «salvare il salvabile» che arriverà sul tavolo del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e del premier Matteo Renzi.

Arrivano alle 16, alla spicciolata. Sul posto c’è già un drappello di carabinieri. Solo per sicurezza. Perché tra i docenti precari c’è sì tanta rabbia, ma nessun desiderio di forzare la mano. "Siamo qua perché dopo aver sostenuto 10 esami e aver dato una tesi per abilitarci all’insegnamento, ci chiedono ancora di passare una prova scritta e un orale". A introdurre la protesta è Giovanna Forestiere, tra i fautori del movimento "Azione precari" e della rivendicazione "#No Concorso". In Lombardia sono 22.630 i candidati per gli 11.176 posti messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione. "Chi supererà le prove andrà avanti – spiega la docente – ma gli altri potranno arrivare fino ai 36 mesi e poi saranno lasciati a casa. La Corte di Giustizia europea aveva costretto il Governo ad assumere chi aveva tre anni di lavoro sulle spalle. La risposta? A spasso uno su due". Sono docenti che si sono abilitati con il Tfa (Tirocinio formativo attivo) o con il Pas (Percorso abilitante speciale). In teoria certificazioni per arrivare, col tempo, all’assunzione sicura. Così non è.

"Il governo dice che il concorso era necessario per assumere docenti – continuano i contestatori – ma si poteva procedere a una selezione per titoli. Visto che già ce li abbiamo". Inoltre nei primi giorni di prove scritte nelle scuole sede di concorso stanno arrivando i primi docenti non abilitati il cui ricorso è stato accolto dal Consiglio di Stato. "Ma il concorso non era rivolto per noi abilitati?", si chiedono i precari da anni. Su fogli mettono i propri nomi, il titolo di laurea e l’abilitazione conseguita. Il portone dell’Ufficio scolastico regionale ne viene tappezzato. Anche di messaggi ironici: "Abilitati? Fregati!", "Vendesi abilitazione. Sconto famiglia", "Dove sono i sindacati?". Attorno alle 16.30 una delegazione viene fatta salire al sesto piano di via Pola. Poi ridiscendono. "Abbiamo trovato comprensione – dicono – e abbiamo lasciato la nostra lettera a Renzi e Giannini nella quale chiediamo un tavolo di confronto per riconoscere la nostra situazione". A raccogliere le doglianza, il vicedirettore scolastico regionale, Luciana Volta, che, raggiunta telefonicamente, spiega che "la petizione sarà trasmessa al ministro. Dal punto di vista personale sono solidale con i docenti. Ma il concorso si deve fare e si fa. C’è un bando e siamo chiamati a rispettarlo".

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