Il Forum non basta più per attirare i grandi eventi: Bologna e Torino fanno concorrenza

San Siro resta il più gremito crocevia della musica estiva in Italia, ma in città manca una struttura indoor per i grandi tour

Il Mediolanum Forum di Assago

Il Mediolanum Forum di Assago

Milano, 25 luglio 2016 - Centomila spettatori la Pausini, 102mila i Pooh, 90mila i Modà, 120mila Springsteen, 53mila Rihanna, 55mila Beyoncé. Anche al netto dei biglietti omaggio (sempre generosi in certe occasioni) e di quelli venduti da alcuni artisti a prezzi scontati sui canali di “secondary ticketing” per riempire gli spazi vuoti, 520mila presenze per dieci spettacoli dicono che San Siro rimane il più gremito crocevia della musica estiva in Italia. Una meta obbligata, o quasi, per tutte le più grandi produzioni da stadio che si trovano a transitare tra maggio e luglio di qua dalle Alpi. In inverno, invece, l’attività del MediolanumForum se la deve vedere con una concorrenza sempre più impegnativa. Costruito nel 1990, infatti, il colosso di Assago con i suoi 10.700 posti per i concerti è la struttura più vecchia e meno capiente tra le prime tre del Paese se è vero che l’Unipol Arena di Bologna e il PalaAlpitour di Torino, costruite rispettivamente nel 1993 e nel 2005, possono contare ciascuna su una disponibilità per i concerti di 12mila posti. Va chiarito, infatti, che ad eccezione delle produzioni con palco a pianta centrale (vedi, ad esempio, il Drones World Tour dei Muse o l’Innocence+Experience degli U2) lo sfruttamento delle arene per la musica è necessariamente parziale perché l’ingombro dello stage rende inutilizzabili intere sezioni della struttura. Se i grandi tour vengono concepiti su una capienza media di 13-14mila posti è ovvio che Milano, sia a livello di appeal che di prezzi dei biglietti, fatichi un po’ a reggere il peso della concorrenza con le altre grandi arene, a cominciare proprio da Torino, dove il PalaAlpitour è gestito direttamente dalla multinazionale dell’entertainment “Live Nation” (uno dei più grandi produttori di musica dal vivo al mondo) e Bologna, in procinto di avviare lavori di ristrutturazione per portare l’Unipol Arena da 15 a 18mila posti complessivi, con un aumento di capienza per i concerti da 12mila a 13.500 posti.

"A Milano gli spazi indoor non mancano – spiega Roberto De Luca, presidente di Live Nation Italia –. I problemi riguardano, casomai, la disponibilità e la capienza delle strutture. Il Fabrique è l’unico spazio totalmente concepito per la musica, mentre tutti gli altri, dall’Alcatraz ai teatri, al Forum, il calendario dei concerti deve armonizzarsi con quelli della discoteca, della prosa, o dello sport. È ovvio che se il Forum avesse 3-4mila posti in più sarebbe ideale. Se si trovasse, infatti, il modo di incrementare la capacità a 15mila spettatori, diventerebbe una delle migliori strutture in Europa". Live Nation l’ha fatto con la 3Arena di Dublino, acquistando il vecchio Point Theatre per portarlo da 7-8 mila posti a 12.000-14.500 mila (a seconda delle conformazioni). Ma non essendo costruttori la nostra vocazione è quella di gestire gli spazi, non di possederli", spiega De Luca che a Torino con un esperimento al 90% privato e 10% pubblico ha rilevato la gestione di strutture olimpiche riportando in attivo bilanci che avevano accusato fino a quel momento 6 milioni di perdite l’anno. "A Milano c’era una volta il PalaSharp che conteneva fino a 8-9mila posti, ma investire 80-100 milioni di euro sulla ricostruzione di un’arena del genere per metterla in concorrenza con i 10.700 posti del Forum avrebbe poco senso. Quello che manca a Milano per completare la sua offerta è una struttura da 5mila posti, che potremmo individuare nel Palalido. Ma prima i problemi d’amianto e poi quelli in cui è incappata l’impresa appaltatrice minacciano tempi lunghi di ultimazione".

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