Clinica Santa Rita di Milano (Newpress)
Milano, 8 ottobre 2015 - Una perizia super partes per dimostrare la validità della proprie scelte medico-chirurgiche. Si tratta della richiesta presentata da Pier Paolo Brega Massona, l'ex primario della clinica Santa Rita di Milano condannato all'ergastolo per 4 casi di omicidio volontario e per 34 casi di lesioni provocate durante operazioni chirurgiche deliberate esclusivamente a scopo di lucro, durante la seconda udienza del processo d'appello sulla cosiddetta "clinica degli orrori" di Milano. Secondo i suoi difensori, gli avvocati Titta Madia e Luigi Fornari, la disposizione di una perizia super partes rappresenta un passaggio obbligato dal momento che la sentenza di primo grado è stata decisa soltanto sulla base di consulenza di parte di accusa e difesa.
Stessa istanza è stata presentata da Fabio Presicci, ex vice di Brega Massone, che in primo grado era stato condannato a 30 anni. L'altro ex vice primario della clinica Santa Rita, Marco Pansera, che proprio settimana scorsa si è visto respingere dal Tribunale di Sorveglianza la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali, ha invece chiesto un'acquisizione delle cartelle cliniche relative operazioni chirurgiche da lui stesso eseguite mentre lavorava all'ospedale San Raffaele, pochi giorni prima di essere trasferito alla "clinica degli orrori". Su tutte queste richieste è arrivato il parere favorevole del sostituto procuratore generale Massimo Alfredo Gaballo. I giudici della prima corte d'assiste d'appello di Milano si sono riservati: per sapere quale sarà il loro verdetto bisognerà attendere la prossima udienza già fissata in calendario per il 14 ottobre.
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