Città metropolitana pronta sulla carta: spetta al Pirellone decidere cosa fare

Ancora non ha deciso quali funzioni della vecchia Provincia terrà di Massimiliano Mingoia

Il Pirellone

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MIlano, 31 marzo 2015 - La trasformazione della Provincia di Milano in Città metropolitana ha comportato il taglio di 18,4 milioni di euro sulla spesa del personale, una riduzione del 30 per cento, come previsto dalla legge. Il costo delle risorse umane è dunque sceso da quasi 60 milioni di euro a 18,4 milioni. In altre parole, da 1.500 a 1.000 dipendenti. La delibera taglia-personale è già stata approvata dalla Città metropolitana guidata dal sindaco Giuliano Pisapia. Rispettato il termine posto dalla legge per avviare la riduzione delle spese per il personale. La consigliera delegata alle Risorse umane del nuovo ente Arianna Censi sottolinea: «La Città metropolitana ha fatto il proprio dovere. Abbiamo raggiunto il risultato anche grazie alla collaborazione con i sindacati. Ora siamo impegnati in un lavoro di riorganizzazione al servizio dei cittadini e dei Comuni».

ARIANNA CENSI CONSIGLIERE DELEGATO AREA METROPOLITANA

Il nodo del personale della vecchia Provincia di Milano, però, è tutt’altro che risolto. La Censi, non a caso, afferma: «Il 6 aprile, a un anno dall’approvazione della legge Delrio che ha istituito la Città metropolitana, è fissata un’altra scadenza importante. Per quella data la Regione Lombardia dovrebbe deliberare quali funzioni della vecchia Provincia intende esercitare. Mi piacerebbe che tutte le istituzioni, compresa la Regione, rispettino le scadenze poste per legge». La Censi fa capire che la Regione guidata dal governatore Roberto Maroni non rispetterà la scadenza. Risultato: quale sarà il destino dei dipendenti che la Città metropolitana non potrà più pagare visto il taglio dei 18,4 milioni di euro? L’incognita resta, finché il Pirellone non prenderà una decisione. Per ora la Città metropolitana, con un’altra delibera, ha messo nero su bianco i criteri che dovranno stabilire il personale in esubero. Non lavoreranno più per il nuovo ente locale «i dipendenti che risultano in possesso dei requisiti per il pensionamento ordinario entro il 31 dicembre 2016».

Su questa categoria di dipendenti la Grande Milano risparmierà 3,3 milioni di euro. Sono considerati in soprannumero «i dipendenti che risultano in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi applicati prima dell’entrata in vigore del decreto legge 201 del 2011 o che li possono conseguire in tempo utile per maturare la decorrenza del trattamento medesimo entro il 31 dicembre 2016». Importo previsto del taglio: 4,4 milioni di euro. La scure, poi, è stata calata su vari settori della vecchia amministrazione provinciale, dalla Polizia all’Agricoltura, giusto per citare le principali voci di risparmio di spesa. Il presidente della Regione Roberto Maroni, intanto, osserva: «La riforma costituzionale prevede l’abolizione delle Province che vengono sostituite con le aree vaste. Io però preferisco parlare dell’area omogenea, che sia vasta o più piccola, perché va a coprire territori che hanno gli stessi problemi e le stesse esigenze, come per esempio l’area omogenea delle montagne».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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