Giovedì 18 Aprile 2024

Città Metropolitana, la Grande Milano in rosso eredita un buco di 50 milioni. Sindaci contro il Governo

Approvata una mozione anti-Roma. Sì allo Statuto. Le regole del nuovo ente avallate con il sì di 91 sindaci e 5 no di Massimiliano Mingoia

Il sindaco Giuliano Pisapia (Newpress)

Il sindaco Giuliano Pisapia (Newpress)

Milano, 23 dicembre 2014 - I debiti della Provincia di Milano non ricadano sulla Città metropolitana. In altre parole: i 50 milioni di euro di buco che Palazzo Isimbardi ha accumulato nel 2014 per aver violato il Patto di Stabilità non passino automaticamente alla Grande Milano che nascerà il 1° gennaio 2015. La Conferenza metropolitana dei sindaci ieri mattina ha approvato una mozione in cui definisce «del tutto inaccettabile» e «assolutamente inammissibile, oltre che profondamente ingiusto e ingiustificato, che una nuova istituzione erediti le penalizzazioni di altra e diversa istituzione, con rischi gravissimi in ordine alla paralisi operativa».

Il sindaco metropolitano Giuliano Pisapia, nel suo intervento in aula, rincara la dose: «Non possiamo essere penalizzati perché altre istituzioni hanno sforato il Patto di Stabilità». Pisapia e gli altri 133 sindaci del territorio ce l’hanno con il Governo Renzi, che ha preso i debiti delle Province italiane e l’ha trasferito nel bilancio 2015 delle Città metropolitane. Pisapia utilizza una metafora motoristica: il nuovo ente è come «una Ferrari senza benzina». Sì, perché ereditare il debito accumulato dalla Provincia comporterà altre conseguenze negative per la Grande Milano: l’ulteriore riduzione delle risorse statali e l’impossibilità di assumere personale, compresi i 60 precari il cui contratto scade il 31 dicembre e che senza una norma ad hoc nel decreto Milleproroghe rischiano comunque di perdere il posto di lavoro. Lo sforamento del Patto di stabilità da parte della Provincia è stato provocato dall’insuccesso di due operazioni: la mancata cessione del 52,9% della Serravalle detenuto tramite la holding Asam (380 milioni di euro non incassati) e la mancata vendita del palazzo di corso di Porta Vittoria (45 milioni di euro). Non solo. Il dl 66 del 2014, quello con cui il Governo Renzi ha dato il bonus da 80 euro, è costato un taglio di 22 milioni di euro alla Provincia.

Buco di bilancio a parte, ieri la Conferenza dei sindaci ha approvato definitivamente lo Statuto della Città metropolitana: su 99 primi cittadini presenti su 134, i «sì» sono stati 91, i «no» 5, quasi tutti leghisti (Boffalora, Marcallo con Casone, Pioltello, Segrate e Trezzo d’Adda) e tre sindaci non hanno partecipato al voto (Casorezzo, Ossona e Gessate). Il presidente di Assolombarda Gianfelica Rocca commenta: «Lo Statuto ci soddisfa, ma la vera sfida inizia ora». Carlo Sangalli (Confcommercio) sottolinea: «Il nuovo ente guardi alle 287 mila imprese del territorio». [email protected]