Riccardo Chailly dirige Verdi in memoria di Claudio Abbado

Serata-evento alla Scala con un cast stellare di Carla Maria Casanova

Riccardo Chailly

Riccardo Chailly

Milano, 2 ottobre 2014 - RICCARDO CHAILLY (nella foto), dall’1 gennaio 2015 Direttore Principale e successivamente Direttore Musicale del Teatro alla Scala, dirige la Messa da Requiem verdiana - tradizionale appuntamento fisso d’autunno - dedicandola a Claudio Abbado recentemente scomparso. «È stato uno scambio di cortesie, ha precisato il sovrintendente Alexander Pereira - il concerto “spettava” a Barenboim, che lo ha gentilmente ceduto. ”Spettava” infatti anche a Chailly, per essere stato lui strettamente legato ad Abbado, del quale fu allievo e assistente e che anzi lo fece debuttare alla Scala giovanissimo, nel 1978, per dirigere i Masnadieri di Verdi». Riccardo Chailly, sessant’anni, milanese, è oggi direttore di fama mondiale. Il suo incarico più prestigioso (che detiene dal 2005) è quello di Direttore Principale della Gewandhausorchester di Lipsia, la compagine sinfonica più antica d’Europa. «Il Requiem di Verdi – dice il Maestro - è una pagina grandiosa ed emozionante di grande responsabilità interpretativa. Ogni volta si ricomincia da capo. Ogni volta c’è qualcosa di nuovo». Come ricorda anche Bruno Casoni, maestro del Coro: «Devo segnalare la grande disponibilità del Coro della Scala, che il Requiem verdiano lo conosce perfettamente a memoria, e tuttavia accetta umilmente di riconsiderare tutta la pagina». Chailly ripercorre il Requiem ricordando «il rispetto dei metronomi, ma senza un dictat matematico», cita la ricerca dolorosa della verità da parte di Verdi, uomo non di fede. Eppure la pagina è un soprannaturale canto sacro, dove ogni strumento e ogni elemento è stato calibrato con consapevolezza, dai 6 p (pianissimo) ai 3 f (fortissimo).

CHAILLY DIRIGE Requiem da 30 anni. Non lo ha mai inciso. «La Decca me lo aveva chiesto dieci anni fa. Ma non c’è fretta. Si farà al momento giusto. Ci sarà invece il video del concerto Viva Verdi eseguito alla Scala due anni fa». Chailly considera la diaspora dei direttori italiani? (si pensa a Luisi, Luisotti e adesso Muti…) «un fatto gravissimo. Rischiamo di perdere la nostra identità culturale. La musica va divulgata e lo si può fare aprendo le nostre porte o uscendo noi di casa. Il concerto in piazza Duomo va rifatto ogni anno. La partecipazione della folla ci ha convinto». Il sovrintendente Pereira rincara con forza «Chiudere e aprire (i teatri) è una follia. Sappiamo che quando si chiude un teatro non lo si riapre più. Noi faremo di tutto per essere degni della autonomia appena riconosciuta dallo Stato alla Scala. Dobbiamo fare cose meravigliose». Tra i cantanti del Requiem non ci sarà Jonas Kauffman, indisposto, che sarà sostituito dal tenore Matthew Polenzani. Invariati gli altri: Anja Harteros, Elina Garanca, Ildebrando d’Arcangelo.

Teatro alla Scala, domani e dopodomani, ore 20. Prezzi da 12 a 165 euro Info 02 72003744 www.teatroallascala.org

 

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