Cerved, tagli a Finservice. Sindacati in piazza Affari: "No ai licenziamenti"

Annunciati 21 esuberi su 59 impiegati. "In altre partecipate si fanno straordinari, riallocate i lavoratori", la strategia di Cgil, Cisl e Uil di LUCA ZORLONI

Presidio lavoratori Cerved (Newpress)

Presidio lavoratori Cerved (Newpress)

Milano, 4 maggio 2016 – Gli striscioni fuori da Palazzo Mezzanotte, in quella Borsa dove le azioni del gruppo finanziario Cerved sono sempre state in salute. Azioni che l’anno scorso la società ha premiato con 30 milioni di euro di dividendo e 45 milioni di dividendo straordinario, a fronte di un margine operativo lordo di 176 milioni di euro. "L’azienda va bene, ha un bilancio consolidato in utile", osserva Marco Rossi, di Filcams Cgil nazionale. Tuttavia il 22 aprile per 21 dei 59 dipendenti di Finservice, controllata del gruppo Cerved specializzata in recupero crediti, si è aperta la procedura di mobilità: 19 licenziamenti sulla sede di Milano, in via San Vigilio (zona Famagosta), gli altri due nelle filiali di Roma e Catania.

"L’azienda ha addotto una ristrutturazione per motivi strategici, con una riduzione dei costi", spiega Bruno Pilo, segretario regionale di Uiltucs Lombardia. Ma per Cgil, Cisl e Uil si tratta di un’operazione di «delocalizzazione», visto che in parallelo Cerved ha acquisito una società che fa recupero crediti in Romania, lasciando alla controllata italiana solo la parte commerciale. Per questo ieri un centinaio di lavoratori ha bloccato piazza Affari con un presidio. Slogan e striscioni fuori dal palazzo della Borsa, dove si scambia il titolo di Cerved, mentre per solidarietà anche gli altri 1.700 dipendenti del gruppo hanno incrociato le braccia per quattro ore. Due settimane è scattato il conto alla rovescia per i 75 giorni di procedura di mobilità. I sindacati puntano a una ricollocazione all’interno di altri rami dell’azienda, ma "la società si è presentata debole nei confronti questa opzione e ha previsto quest’ipotesi per 3-4 lavoratori, così come ha negato ammortizzatori sociali di qualsiasi tipo", incalza Walter Bargigia, di Filcams Cgil Milano.

Il nodo sta in quella parola, "strategia", che i vertici del gruppo che si occupa di informatica, rating, gestione del credito e soluzioni marketing hanno utilizzato per motivare gli esubero. "Non si fa mai cenno alla crisi", incalza Giovanna Lamalva, rappresentante sindacale aziendale per la Cgil. La società è in buona salute e macina utili. Con il 100% del capitale in Borsa, ha a Milano, Roma e Cosenza i suoi quartieri generali. Per i sindacati, i 21 licenziamenti possono rientrare. "Abbiamo notizia di altri rami di azienda in cui si fanno straordinari e si lavora anche il sabato e la domenica per rientrare del carico di lavoro – osserva Rossi -. E parliamo di personale con competenza, persone laureate, formate dall’azienda e con grande esperienza". La partita è aperta.

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