Carceri, sindacato polizia penitenziaria: "Situazione grave, servono assunzioni"

Il sindacato Sinappe descrive la grave situazione della polizia penitenziaria: "Come facciamo a seguire il pericolo terrorismo? Ci troviamo spesso a lavorare uno di noi con 100, 150 detenuti come facciamo a seguirli?"

Un carcere

Un carcere

Milano, 1 dicembre 2015 - La polizia penitenziaria non puo’ nulla contro il terrorismo, neanche assicurare un’opera di prevenzione a causa di sotto-dimensionamento degli organici e mancanza di mediatori. La denuncia e’ arrivata oggi a seguito di un incontro a San Vittore tra alcuni agenti di polizia penitenziaria e Matteo Salvini, durante il quale il segretario della Lega ha raccolto le istanze di alcuni agenti e dei loro rappresentanti sindacali. “Ad oggi non siamo in grado di garantire niente - ha detto il segretario nazionale del Sinappe, Antonio Felloni parlando del rischio terrorismo -: manca personale, i detenuti extracomunitari sono tanti, ci troviamo spesso a lavorare uno di noi con 100, 150 detenuti come facciamo a seguirli? Con le nuove norme delle celle aperte dalle otto del mattino alle otto di sera - ha spiegato - e’ praticamente impossibile seguirli, i numeri non ci sono. Mancano strutture, ci troviamo a lavorare in istituti vecchi, da chiudere, e alcuni appena aperti, come Modena, sono gia’ chiusi perche’ l’acqua entra da tutte le parti. Non ci siamo. Cosi’ non riusciamo a garantire niente. Non e’ facile gestire tante etnie, si parla tanto dei diritti dei detenuti, va bene, ma esiste anche la polizia penitenziaria”. Il rappresentante sindacale ha fatto notare che “le risse stanno aumentano quotidianamente in tutti gli istituti dello Stivale. E come facciamo a seguire il pericolo terrorismo? Come faccio - ha proseguito - se ne devo seguire 150 se 7, o 8 o 10 si appartano e’ praticamente impossibile. Il Governo e’ assente, noi aspettiamo assunzioni altrimenti non riusciamo a gestire niente. La situazione e’ grave. Spero che qualcuno al governo si dia una mossa o ci troviamo di fronte a qualcosa di simile alla Francia”. (Fonte AGI)

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