Inter, Ranocchia da erede di Zanetti a riserva: siamo al capolinea?

Ultimo dispiacere, l’idea di uno scambio tra lui e Matri per dare a Mancini un vice Icardi. In difesa la coppia Murillo e Miranda chiude ad Andrea molti spazi di Mattia Todisco

Andrea Ranocchia

Andrea Ranocchia

Milano, 27 agosto 2015 - La fascia di capitano sfilata dal braccio è stata solo l’ultima puntata di un amore difficile. Anche se Andrea Ranocchia è realmente legato all’Inter, al momento il suo affetto non è parimenti ricambiato e il giocatore se n’è accorto a sue spese. Con le critiche ci si convive, un calciatore di alto livello sa di dover incassare con garbo, ma ad oggi è dall’interno che arrivano messaggi negativi. Non è più una questione di tifoseria contraria se le gerarchie ti vedono indietro, i titolari sono altri e il capitano designato diventa un compagno di squadra (Icardi) a poche ore dalla prima di campionato.

Miranda e Murillo hanno cominciato bene, un rendimento del duo sudamericano ridurrebbe al minimo gli spazi, in una stagione senza coppe europee. Per Juan Jesus, che all’occorrenza può giocare terzino sinistro, sarà un’impresa più semplice almeno finché dal mercato non usciranno nomi adatti a quel ruolo. Ranocchia non ha la polivalenza dalla sua. E’ un centrale, in una batteria che oltre ai due titolari conta il brasiliano e Andreolli, più Vidic che non ci sarà per infortunio fino a gennaio. L’investitura di un monumento come Zanetti e i buoni rapporti con il direttore tecnico Ausilio, a questo punto, non bastano più. Nemmeno il nuovo contratto fino al 2019, firmato in estate. Ranocchia è un classe ‘88, non è anziano calcisticamente ma non è nemmeno un talento in erba e davanti alle lusinghe di alcuni club importanti sta riflettendo sul futuro.

Il Valencia, che ha appena centrato l’ingresso nel tabellone principale della Champions League, ha chiesto informazioni. Lo ha fatto anche il Milan, secondo indiscrezioni, tanto che si è parlato di un possibile scambio con Alessandro Matri per dare a Mancini un vice-Icardi e ridurre il corposo numero di difensori in rosa. L’ormai ex capitano non è entusiasta all’idea di cambiare sponda del Naviglio, anche perché non andrebbe in una squadra che può assicurargli il posto e dovrebbe lottare per una maglia proprio nell’annata che porta ai Campionati Europei. Tra i suoi estimatori è infatti rimasto Antonio Conte, che ne chiese l’acquisto ai dirigenti della Juventus e non ha mai mancato di convocarlo nei periodi più bui. Per questo sarebbe salutare partire, adesso o a gennaio visto che il tempo stringe. E’ vero che da una sessione all’altra di mercato le cose possono cambiare radicalmente e Ranocchia stesso è un esempio. A gennaio 2014 era stato praticamente acquistato dal Galatasaray in prestito, l’affare sfumò e il difensore visse sei mesi di alto rendimento, tanto da sfiorare la convocazione al Mondiale e prendersi la terribile eredità di Zanetti nelle vesti di capitano. «Ha le qualità umane e tecniche per farlo», fu l’endorsement dell’argentino. Sul comportamento nulla da dire, poche volte si è visto un ragazzo più composto nei modi, ma il feeling tecnico con l’ambiente, quattro anni e mezzo dopo l’acquisto dal Genoa, non è mai sbocciato del tutto.

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