Scontro in Procura, da Brescia chiesta archiviazione per Bruti Liberati

La Procura di Brescia ha chiesto l’archiviazione dal reato di omissione d’ufficio per il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati nell’ambito di una vicenda partita da una denuncia dell’ex procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo

Il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati (d) e il procuratore aggiunto Alfredo Robledo (Ansa)

Il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati (d) e il procuratore aggiunto Alfredo Robledo (Ansa)

Milano, 25 maggio 2015 - La Procura di Brescia ha chiesto l’archiviazione dal reato di omissione d’ufficio per il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati nell’ambito di una vicenda partita da una denuncia dell’ex procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, attualmente giudice a Torino. Nell’indagine di cui si chiede l’archiviazione, Bruti Liberati è accusato di essersi rifiutato “indebitamente”, nella sua qualita’ di capo dell’Ufficio, di iscrivere nel registro delle notizie di reato una denuncia depositata da Robledo il 13 novembre 2012.

La denuncia riguardava una presunta calunnia ai danni di Robledo da parte di un maresciallo della Guardia di Finanza in servizio presso la Procura milanese, Davide D’Agostino, e da una cardiologa dell’ospedale Niguarda, Maria Vicario. “Dall’attivita’ istruttoria - scrivono nella richiesta di archiviazione il procuratore di Brescia Tommaso Buonanno e il pm Paolo Savio - non emergono elementi di fatto per ritenere che l’indagato abbia consapevolmente posto in essere un’attivita’ ostruzionistica nei confronti del collega ‘che chiedeva giustizia’. Nei prossimi giorni Robledo, attraverso il suo legale, presentera’ opposizione all’archiviazione”.

Nel chiedere l’archiviazione dell’indagine su Edmondo Bruti Liberati per omissione in atti d’ufficio, il procuratore di Brescia definisce la condotta del capo della Procura milanese di “oggettiva e ingiustificata violazione degli obblighi d’ufficio”. Tuttavia, spiegano i pm Buonanno e Savi, “non sembra adeguatamente sorretta da quel necessario elemento soggettivo richiesto dalla norma incriminatrice in quanto non si puo’ escludere con certezza che l’omissione sia stata determinata da una sottovalutazione iniziale del contenuto dell’atto che il dottor Robledo aveva depositato e, successivamente, dall’avere appreso che, comunque, gli atti segnalati dal denunciante erano gia’ stati trasmessi alla Procura di Brescia; circostanza questa - sottolineano i magistrati - che seppur effettiva non poteva certo esimerla dal compimento dell’atto dovuto (iscrizione e trasmissione a Brescia), ma che appare frutto di una sottovalutazione colposa del fatto”. 

(Agi)

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