Denaro pubblico per l'A35, Legambiente scrive a Cantone. La società Brebemi: "Rimborsi previsti"

A finire nel mirino è la Brebemi che lo scorso 6 agosto con delibera del Cipe ha ottenuto il via libera per un contributo pubblico di 320 milioni e la proroga della concessione di 6 anni, da 19,5 a 25,5 anni, oltre al reinserimento del valore di subentro a fine concessione per 1,205 miliardi

Brebemi

Brebemi

Milano, 19 agosto 2015 - Legambiente non ci sta e scrive un esposto all'Autorità nazionale anticorruzione, a Raffaele Cantone, alla Corte dei Conti, alla presidenza del Consiglio e alla Commissione europea. A finire nel mirino è la tormentata Brebemi, il collegamento autostradale tra Milano e Brescia, che lo scorso 6 agosto con delibera del Cipe ha ottenuto il via libera per un contributo pubblico di 320 milioni di euro (260 a carico dello Stato e 60 dalla Regione Lombardia) e la proroga della concessione di 6 anni, da 19,5 a 25,5 anni, oltre al reinserimento del valore di subentro a fine concessione per 1,205 miliardi.

Per capire le ragioni di questa mossa occorre ricordare che la Brebemi, con i suoi 62,1 chilometri di tracciato, è stata inaugurata dal premier Renzi poco più di un anno fa come significativo esempio di finanza di progetto applicata alle opere autostradali. La Brebemi si candidava a essere, cioè, la prima autostrada finanziata con soldi privati. Ma dal primo studio di pre-fattibilità, datato 1996, all'apertura dei caselli i costi sono lievitati a 2,4 miliardi contro gli 800 milioni iniziali. Non solo, i transiti sono decisamente inferiori rispetto alle previsioni contenute nel business plan. Dunque, alla società di gestione, la Brebemi Spa, non bastano più una concessione ventennale e i pedaggi autostradali per rientrare sui costi di realizzazione. Di qui la necessità di prorogare di 6 anni la licenza e di ottenere un contributo pubblico che è pari a circa il 20% dell'investimento iniziale.

Di qui l'esposto di Legambiente Lombardia, in cui si osserva che "dall'intervento agevolativo non discende alcuna utilità pubblica né in forma di riduzione di costo per gli utenti né in forma di aumento del traffico autostradale e dei correlati benefici di rete e ambientali". Ma soprattutto l'associazione ambientalista contesta che l'intervento pubblico "costituisce una grave alterazione dei parametri sui quali si fondava la conseguente gara di concessione, per la quale era elemento dichiaratamente fondamentale l'assenza di qualsivoglia costo a carico dello Stato". Non solo: "la modifica ex-post delle condizioni a base della gara altera i presupposti fondamentali della gara di concessione introducendo elementi radicalmente distorsivi della procedura svolta e della concorrenza e viola i principi comunitari in materia". Ecco perche scrive Legambiente se l'intervento pubblico deve esserci "non deve essere riconosciuto passivamente all'operatore concessionario bensì posto eventualmente a base di una nuova gara di concessione".

A tutto questo, fa notare Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente, si aggiunge il fatto che "i costi sono coperti per la maggior parte da istituti finanziari pubblici come la Bei (Banca europea degli investimenti) e dalla Cassa Depositi e Prestiti, oltre che dalle partecipazioni degli azionisti pubblici e privati con Banca Intesa (che possiede il 42% di Autostrade Lombarde, a sua volta proprietaria del 78% di Brebemi)". "Scriveremo al presidente Cantone per verificare la congruità delle regole di affidamento cambiate platealmente dopo un anno di attività fallimentare della A 35 - continua Balotta -. Con 320 milioni di aiuti, cui va aggiunto il costo di subentro di 1,2 miliardi, incredibilmente ripristinato dopo l'eliminazione da tutte le concessioni decisa da Tremonti per ridurre l'indebitamento dello Stato, 50 milioni del collegamento con l'A4 a Castegnato, 110 milioni per la viabilità a Segrate area terminale della Brebemi ad est, almeno 400 milioni di minori introiti fiscali, la A35 può già contare su 2.080 miliardi di aiuti (diretti e indiretti) senza contare il valore di 6 anni di allungamento della concessione. A questo punto abbiamo la certezza di un project financing alla rovescia. Anziché con i pedaggi dei veicoli i 2,4 miliardi di costo della Brebemi vengono piano piano ripagati dallo Stato. Così utenti e contribuenti pagheranno cara la Brebemi e il rimedio si rivelerà peggiore del male".

Un riequilibrio finanziario già previsto in sede di convenzione, dettato da "forze di causa maggiore ed extra costi". La Brebemi, società che gestisce i 62,1 chilometri di autostrada tra Milano- Brescia, replica all'esposto di Legambiente Lombardia, contro il via libera del Cipe a un contributo di 320 milioni di euro (260 dallo Stato e 60 dalla Regione Lombardia) e la proroga della concessione di ulteriori 6 anni, oltre al reinserimento del valore di subentro a fine concessione per 1,205 miliardi. "Il riequilibrio del piano economico finanziario di Brebemi è espressamente previsto dalla convenzione unica siglata tra la concedente CAL (50 % Regione Lombardia e 50% ministero delle Infrastrutture) - fanno sapere dalla società - e la società di progetto Brebemi prima che i lavori iniziassero ed era previsto nel bando di gara europeo che la stessa società di progetto Brebemi si era aggiudicato su concorrenti di levatura mondiale".

Tale riequilibrio si basa su "cause di forza maggiore ed extra costi a cui nel primo periodo regolatorio la concessionaria ha dovuto far fronte durante la costruzione e che la concedente doveva riequilibrare dopo averne verificato (assieme ad altri organi regionali e statali) la conformità". A sua discolpa Brebemi ricorda che "sui territori attraversati ha realizzato oltre 600 milioni di opere complementari e compensazione che comuni e province interessate non avrebbero mai potuto realizzare a causa del Patto di Stabilità. Inoltre la fiscalità statale ha avuto vantaggi sia per le imposte che la Brebemi ha già versato, oltre a quelle che verserà, per oltre un miliardo di euro".

"L`intera costruzione dell`asse autostradale e delle opere compensative, ossia un miliardo e novecento milioni più gli interessi per l`intera durata della concessione - prosegue la società - sono stati totalmente coperti dagli azionisti della Brebemi". "L`alternativa al mancato riequilibrio - chiosa - sarebbe il recesso dalla convenzione con il rimborso da parte dello Stato di 2 miliardi e 440 milioni". La concessionaria, tuttavia, è convinta che "per quanto concerne i volumi di traffico, quando l`A35 sarà interamente interconnessa con le opere ancora da realizzare, saranno molto vicini a quelli previsti nel piano economico finanziario".

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