Boom di piste ciclabili e bike sharing: la riscossa della bici parla lombardo

Bergamo capofila per incremento di percorsi protetti dal traffico di LUCA ZORLONI

Alcuni ciclisti durante un evento

Alcuni ciclisti durante un evento

Milano, 15 maggio 2016 - Se l'Italia si riscopre un Paese che pedala, la Lombardia è una delle regioni guida della riscossa della bicicletta. A cominciare dalle piste ciclabili. In media nei capoluoghi di provincia lungo lo Stivale, come emerge da una ricerca di Confartigianato su dati Istat, ogni cento chilometri quadrati si registrano 18,9 chilometri di vie riservati ai velocipedi, ma sul podio dei primi dieci rientrano Brescia, medaglia di bronzo con 132,8 chilometri (dietro Padova con 174,1 chilometri e Torino con 137,4), Mantova al quinto posto (113,6 chilometri), Bergamo al numero otto (105,8). Ed entro i primi quindici si contano anche Lodi, Milano, Sondrio e Cremona.

Dal 2008 al 2013 le principali città lombarde hanno investito sul trasporto in bici. Da un lato, con un aumento delle piste dedicate superiore alla media nazionale (5,2 chilometri per 100 chilometri quadrati) che registra in Bergamo un incremento di 64,5 chilometri, senza concorrenti in Italia, a Milano di 46,9 chilometri e a Mantova di 32,6 chilometri. Dall’altro, con gli stanziamenti destinati al bike sharing: in media in Italia ogni diecimila abitanti ci sono 5,2 biciclette in condivisione, ma a Milano nel 2013 Confartigianato ne conta 26,1 (cinque volte tante), a Bergamo 21, a Brescia e Lodi 20,9. Il boom della bicicletta ha un riflesso anche economico: ossia imprese e lavoratori impegnati in una filiera che va dalla produzione dei mezzi alla riparazione. Confartigianato calcola che in Italia l’industria del pedale vale 3.043 imprese, che a loro volta danno lavoro a 7.815 persone. E di queste aziende, due su tre hanno una dimensione artigiana. La maggior parte ha sede in Lombardia, dove se ne contano 563, di fatto poco più di una su cinque, seguite da Emilia Romagna e Veneto. Nel complesso, le tre regioni assorbono la metà circa della filiera della bicicletta made in Italy.

Tuttavia la Lombardia perde posizioni quando si analizza la specializzazione delle imprese, scendendo dal primo al settimo posto (con un indice di 117,4 contro i 269,7 punti del primo della classe, il Trentino Alto Adige). Così come arretra di 4,8 punti percentuali nel volume della produzione degli artigiani nei primi tre mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2015, contro un Veneto che guadagna un 4,5% e un Piemonte in avanti dell’1,9%. Ma in Europa l’Italia non ha concorrenti in termini di aumenti della produzione: +21,5% dal primo bimestre del 2013 a quello di quest’anno, contro un +11,6 della Germania, un -7,9% della Francia e una Ue a 28 che segna un +6,1%. Tanto che dopo i tedeschi e gli olandesi, i terzi esportatori di bici nel vecchio continente sono proprio gli italiani.

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