Preso a Desio il boss della «banda dell’Isola». Tradito dall’amore per la famiglia

Esce dal covo per andare a trovare lo zio malato e finisce in manette di Marianna Vazzana

Luca Luce è accusato di una sfilza di reati: la sua banda ha messo a ferro e fuoco l’Isola fino al primo blitz della polizia nel 2012

Luca Luce è accusato di una sfilza di reati: la sua banda ha messo a ferro e fuoco l’Isola fino al primo blitz della polizia nel 2012

Milano, 2 aprile 2015 - Il suo è un curriculum criminale di tutto rispetto: furti in appartamenti e negozi, bancomat fatti saltare in aria, risse, possesso illecito di armi. E da dicembre era un fantasma, latitante per sfuggire a una pena di quattro anni, sette mesi e 15 giorni in carcere. Ma ora Luca Luce, 38 anni, di origini pugliesi, nato e cresciuto a Milano e considerato il capo della «banda dell’Isola», è finito dietro le sbarre. Gli uomini del commissariato Garibaldi-Venezia lo hanno acciuffato giovedì scorso a Desio, grazie a indagini e pedinamenti. La sua gang era stata smantellata nel 2012 dopo aver razziato negozi e uffici pubblici raccogliendo un bottino di oltre 250mila euro. Ma - si sa - il lupo perde il pelo ma non perde il vizio. E Luce aveva ancora un debito da saldare con la giustizia. A tradirlo è stato il suo attaccamento alla famiglia: durante la settimana stava rintanato a Desio nel suo rifugio personale, un immobile di cui non c’era traccia nelle mappe, ha spiegato la polizia, mentre nel week-end smetteva i panni del latitante e si dedicava alla moglie e ai figli (residenti a Milano). Non rinunciava alle vacanze al mare o in montagna con la famiglia e in più di un’occasione si era accordato al telefono con il padre per andare a visitare uno zio in ospedale.

Questo è stato il suo passo falso: il telefono del padre, anche lui pregiudicato, era tenuto sotto controllo dagli investigatori, che hanno così carpito dalla conversazione il luogo e l’ora esatta dell’appuntamento per andare assieme in ospedale. La polizia si è presentata all’incontro, bloccando Luce. Gli agenti avevano tentato di tutto, compreso il pedinamento della moglie, ma senza successo. Difficile rendersi “invisibili” perché le loro facce erano conosciute dalla famiglia. Luce, infatti, ha precedenti a partire dal 1996. Tra le imprese criminali attribuitegli figura anche un furto all’interno di una casa di riposo.

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