Il killer di Prima Linea? È ancora vivo: si cerchi

San Donato, niente morte presunta di Baldasseroni di Alessandra Zanardi

Maurizio Baldasseroni (Newpress)

Maurizio Baldasseroni (Newpress)

San Donato Milanese (Milano), 23 settembre 2014 - «Quel latitante potrebbe essere ancora vivo, si proseguano le ricerche». Secondo la legge, l’ex terrorista “rosso” Maurizio Baldasseroni, che nel 1978 uccise a Milano tre persone per divergenze politiche, non può essere considerato un uomo morto. Anzi, l’ex militante di Prima Linea, classe 1950, scomparso da decenni, deve tornare a essere oggetto d’indagine, come richiesto dai famigliari delle vittime. Questo, in sostanza, il pronunciamento del giudice milanese Ilaria Mazzei, che in un provvedimento depositato il 5 agosto ha ritenuto «l’opportunità di acquisire ulteriori informazioni ed effettuare nuove ricerche dello scomparso Baldasseroni Maurizio, sussistendo elementi che inducano a ritenere che lo stesso latitante possa essere effettivamente in vita».

Il giudice rimanda alla Procura della Repubblica perché, «acquisita ogni opportuna informazione presso gli organi interessati alle ricerche del latitante, chiariti lo stato delle indagini e gli ultimi esiti delle stesse, solleciti l’espletamento di ulteriori attività investigative». Il dispositivo arriva dopo che, nel 2013, un nipote dell’ex terrorista, intenzionato a entrare in possesso di un appartamento cointestato allo zio, ha avanzato la richiesta di morte presunta per quel parente desaparecido. Una richiesta alla quale si sono opposti i famigliari delle vittime. L’udienza è stata rinviata al 4 dicembre.

«Questo primo risultato – commenta Debora Bornazzini, figlia di una delle vittime - ci fa sperare di poter conoscere, a 36 anni di distanza, gli esiti delle indagini compiute fino ad oggi e di augurarci, senza illuderci, che Baldasseroni possa ancora essere individuato e arrestato». Negli anni di piombo Baldasseroni abitava a San Donato Milanese. E dalla sua abitazione di San Donato provenivano le armi con le quali uccise, insieme al compagno Oscar Tagliaferri, tre clienti di un bar milanese, colpevoli di averlo contraddetto durante una discussione scoppiata per motivi politici. Era il 1° dicembre 1978. Quello di San Donato Milanese è l’ultimo registro anagrafico sul quale ci siano tracce dell’ex terrorista, condannato all’ergastolo in contumacia: quando, nel 2001, il suo nome venne cancellato, lui era già scomparso da tempo. Qualcuno lo dà per rifugiato in Sud America, altri in Francia.

 

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