Armani crolla anche con Capo d'Orlando: la macchina perfetta fa crac

Il primo posto matematico non può diventare un alibi per il mancato impegno. Approccio da incubo, brutta prestazione di Brooks e Gentile di Sandro Pugliese

Samardo Samuels dell'Armani in azione contro Upea Capo d'Orlando

Samardo Samuels dell'Armani in azione contro Upea Capo d'Orlando

Milano, 19 aprile 2015 - Peggio di così non poteva andare il ritorno in terra siciliana per l'Emporio Armani Milano che crolla per la seconda volta consecutiva in pochi giorni. Questa volta lo fa per 71-57 contro l'Upea Capo d'Orlando che così festeggia al meglio la raggiunta salvezza. Per l'Olimpia il 1° posto matematico a tre giornate dal termine della regular season non può diventare un alibi per il mancato impegno, come le assenze di Hackett e Kleiza per infortunio, perchè il problema ancor più grosso diventa quando hai Brooks che fa 0/10 dal campo e Gentile che chiude con 3/11 al tiro difendendo in modo insufficiente. Così Milano fa il suo patatrac che può intaccare qualcosa della macchina perfetta che doveva vincere lo scudetto a mani basse.

L'approccio dell'Olimpia alla partita è ancora da incubo visto che i siciliani scattano fortissimo dai blocchi di partenza con il 29-15 del primo periodo frutto soprattutto di una difesa oltremodo distratta. L'unico che prova a suonare la carica è Nicolò Melli che infatti, dopo essere sprofondati a -18 (35-17), prova a rimettere in piedi la gara aiutando i biancorossi con 9 punti ad avvicinarsi fino al 44-33 dell'intervallo. Nella ripresa cambia poco, l'unico tentativo di reazione è firmata Ragland che con 5 punti in fila porta i milanesi fino al 47-41, ma è davvero l'unica volta che Milano si fa pericolosa crollando poi alla fine fino al 71-57 finale frutto dei canestri dei veterani Soragna e Pecile.

UPEA CAPO D'ORLANDO-EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 71-57 (29-15; 44-33; 52-44)

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