Expo, rito immediato per Frigerio, Grillo e Greganti. "Cupola degli appalti" subito a processo

Dibattimento il 2 dicembre. Turbativa d'asta e corruzione, sette gli imputati. Al filone si è aggiunto il capitolo su Acerbo, soprannominato "luogotenente" per i rapporti con Maltauro sulla pratica Vie d'Acqua di Marinella Rossi

Gianstefano Frigerio, Angelo Paris e Primo Greganti

Gianstefano Frigerio, Angelo Paris e Primo Greganti

Milano, 16 ottobre 2014 - A processo subito. Il 2 dicembre, e sei mesi prima del via all’Esposizione Universale, parte il primo dibattimento sull’Expo degli appalti manipolati: circuito di presunte tangenti versate o mascherate da consulenze, promesse di protezione e avanzamenti di carriera, in cambio di gare indirizzate verso gli imprenditori favoriti. È il processo alla «cupola» di Gianstefano Frigerio, Primo Greganti, Luigi Grillo, che arriva al dunque a cinque mesi dagli arresti dell’8 maggio. Il giudice delle indagini preliminari Fabio Antezza in sedici pagine accoglie la richiesta di giudizio immediato dei pubblici ministeri Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Mossa che consente di saltare l’udienza preliminare, andando direttamente in aula, davanti alla decima sezione penale.

A processo vanno anche Sergio Cattozzo, «lobbista a contratto» tra Frigerio, Grillo e l’imprenditore vicentino Enrico Maltauro, lo stesso Maltauro, l’ex capo dell’area contratti di Expo Angelo Paris e l’ex dg di Ilspa, Antonio Giulio Rognoni. Sette imputati per associazione per delinquere, turbativa d’asta, corruzione. Sotto esame gli appalti affidati da Sogin per lo smaltimento di scorie nucleari, da Expo per le Architetture di Servizio, le Vie d’acqua, il “servizio sosta“ e “mobility partner“ del sito, e le commesse negli ospedali di Melegnano, Lecco, San Carlo di Milano, e per la Città della Salute.

Il gip Antezza rileva che la richiesta di rito immediato di tipo «cautelare» è ammissibile, in quanto le «revoche, parziali o totali, delle misure cautelari sono intervenute non con riferimento alla sopravvenuta insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ma in ragione del decorso del tempo o del venire meno delle esigenze cautelari». Il giudizio immediato «cautelare», infatti, «prescinde dall’“evidenza della prova“ richiesta per il “giudizio immediato non cautelare“», in quanto «la prova dei fatti appare evidente», e sufficiente per la verifica dibattimentale, dalle ordinanze di misura cautelare mai revocate e dagli atti di indagine. Compresi in ventisei faldoni, da oggi a disposizione di difensori e le parti offese: Expo, Sogin, Ilspa, Regione Lombardia, ospedali di Melegnano e San Carlo.

Al filone a processo si è aggiunto il capitolo sull’ex subcommissario di Expo Antonio Acerbo, ai domiciliari per corruzione e turbativa a favore di Maltauro per le Vie d’acqua Sud, e in cambio di consulenze a società del figlio. L'ingegnere è stato messo alle strette anche da alcune testimonianze tra cui quella di un tecnico aste della Maltauro, Meo Nizzetto: «Fu Maltauro a indicarmi Acerbo come possibile fonte d’informazioni proprio alla luce dei rapporti fra i due». Acerbo, soprannominato in Expo «luogotenente» di Maltauro. E Maltauro: «Ho invitato Nizzetto a mantenere rapporti con Acerbo in merito alla gara Vie d’acqua Sud al fine di conoscere i dettagli tecnico-qualitativi della gara...». E Nizzetto: «In almeno un’occasione dopo la presentazione delle offerte e nel corso dei lavori della commissione ho incontrato Acerbo al quale ho chiesto informazioni circa lo stato della pratica. Lo stesso mi ha detto che i lavori della commissione erano in corso, e che era riuscito a dare un’occhiata ai progetti...». marinella.rossi@ilgiorno.net

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