Anziano ferito in via Tiziano. Il giallo ora è risolto: gli spari dopo una truffa

Indagato gioielliere, fece fuoco contro dei rom. C’è voluto un accurato lavoro di indagini incrociate - sugli identikit, sui filmati delle telecamere nei dintorni, sui tabulati dei cellulari attivi a quell’ora nella zona - ma alla fine gli investigatori sono riusciti a restringere il campo di Mario Consani

Carabinieri

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Milano, 26 ottobre 2014 - Il commerciante di gioielli, la truffa subìta ad opera di misteriosi compratori romeni e quella pallottola vagante che per poco non spediva all’altro mondo un ignaro passante novantenne. A sparare sarebbe stato un ex impiegato della Banca d’Italia ora venditore di diamanti. Ci son voluti due anni, ma finalmente gli inquirenti sono convinti di aver risolto il giallo di via Tiziano. Successe tutto nel settembre 2012, zona Fiera, quartiere residenziale. Intorno all’ora di pranzo, mentre rincasava, all’altezza del «Wood Bar» un anziano signore percepì un forte bruciore al gluteo. Arrivato nel suo appartamento, in via Panzini, si accorse di perdere sangue e incredulo vide cadere a terra un piccolo oggetto metallico: era una pallottola calibro 9. Se il proiettile l’avesse colpito direttamente, e non di rimbalzo, lo avrebbe ferito in modo grave.

Nel frattempo, i carabinieri erano stati allertati dalle telefonate di cittadini che avevano sentito alcuni spari in via Tiziano. Il barista del «Wood» spiegò che allo stesso tavolo erano stati seduti poco prima quattro uomini, tre italiani e uno straniero. Aveva percepito una frase: «Siamo stati truffati, ma adesso ci pensiamo noi». A un certo punto, lo straniero era stato trascinato fuori in malo modo da uno del terzetto ma era riuscito a scappare con l’auto: l’altro aveva esploso alcuni colpi senza colpirlo. Uno di quei proiettili, di rimbalzo, doveva aver ferito l’anziano passante. Quando i militari erano arrivati sul posto, di tutto questo era rimasta sul marciapiede solo una borsa con dentro mazzette di banconote false da 500 euro.

C’è voluto un accurato lavoro di indagini incrociate - sugli identikit, sui filmati delle telecamere nei dintorni, sui tabulati dei cellulari attivi a quell’ora nella zona - ma alla fine gli investigatori, coordinati dal magistrato, sono riusciti a restringere il campo. E nel corso di una perquisizione in casa di uno dei sospetti, guarda caso è spuntata fuori una pistola calibro nove. L’esame balistico ha confermato: è proprio quella che sparò due anni fa. Ora il proprietario, ex dipendente Banca d’Italia con moglie ufficialmente grossista di preziosi, è indagato insieme a due soci per lesioni personali aggravate ai danni del passante. Sullo sfondo, ci sarebbe la “stangata” messa a segno da compratori romeni (ancora senza nome) ai danni dei tre italiani. I quali, resisi conto che le banconote ricevute in cambio della loro merce erano decisamente false, non l’avrebbero presa troppo sportivamente. I proiettili esplosi per strada ne sarebbero, per l’appunto, la prova.

di Mario Consani

mario consani@ilgiorno

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