Caso Antinori, perizia grafologica: donna non firmò per asportazione ovuli

Oggi è stato interrogato l'anestesista che avrebbe raccontato di aver visto la giovane firmare, anche se in modo frettoloso. Resta aperto il filone di indagine su una presunta compravendita di ovuli

Severino Antinori

Severino Antinori

Milano, 29 giugno 2016 - Secondo una perizia grafologica agli atti dell'inchiesta della Procura di Milano che ha portato all'arresto, lo scorso 13 maggio, del ginecologo Severino Antinori, la firma sui moduli del consenso all'asportazione degli ovuli non sarebbe della giovane infermiera spagnola che ha poi denunciato proprio la sottrazione degli ovociti facendo scattare l'indagine, da poco chiusa e con al centro le accuse di rapina, lesioni e sequestro di persona.

Nel frattempo, oggi, nell'ambito dell'inchiesta condotta dal Nas dei carabinieri e coordinata dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto e dal pm Maura Ripamonti, è stato interrogato in Procura uno dei cinque indagati, l'anestesista che lavorava alla clinica Matris, Antonino Marcianò, accusato anche lui di rapina degli ovuli e di sequestro di persona. Assistito dai legali Margherita Marcianò e Gino Perrotta, è stato lui a chiedere di essere ascoltato a verbale per difendersi dalle accuse dopo la notifica, nei giorni scorsi, dell'avviso di conclusione delle indagini da parte dei pm. Da quanto si è saputo, l'anestesista avrebbe raccontato di aver visto la giovane firmare, anche se in modo frettoloso, i moduli di consenso all'asportazione degli ovuli, malgrado in un primo momento si fosse rifiutata di farlo. Una perizia grafologica agli atti, però, avrebbe stabilito che la firma non è certamente quella dell'infermiera spagnola e, secondo gli inquirenti, potrebbe essere stato lo stesso Antinori a firmare quella carte. Per questo motivo gli viene contestata anche l'accusa di falso. 

Resta aperto, intanto, il filone di indagine su una presunta compravendita di ovuli, vietata dalle normative, alla clinica Matris di Antinori, ora sotto sequestro. Gli inquirenti, tra l'altro, hanno sequestrato anche embrioni e altro materiale biologico trovato all'interno della clinica e relativo a fecondazioni eterologhe nell'ambito delle quali alcune donne avrebbero ceduto ad Antinori i loro ovuli dietro compenso.

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